Il 1° aprile è stata rapinata, verso mezzogiorno, la filiale 4011 ex rete Intesa (Stadio): filiale ovviamente priva di servizio di guardia, com'è consuetudine – ormai da alcuni anni – per la generalità delle filiali di Intesa Sanpaolo.

Il copione è quasi sempre il medesimo:  due malviventi con taglierini (ma molto esagitati) hanno terrorizzato per diversi minuti colleghi e clienti. Durante questi lunghissimi minuti i malviventi hanno espresso tutta la loro aggressività: tutti i colleghi sono stati insultati e alcuni di loro anche malmenati. Prima di uscire, i rapinatori hanno costretto tutti a sdraiarsi a terra, per poi andarsene prendendo momentaneamente una collega in ostaggio.

Questa è una delle tante rapine avvenute nell'Area Torino negli ultimi tempi: menzioniamo, tra le altre, quella della Filiale 33 di Torino (ex rete Sanpaolo) e le due rapine subite  (nello spazio di una ventina di giorni)  dalla filiale di Collegno ex rete Intesa; tutte "casualmente" sprovviste di guardia. Non è banale affermare che, al di là della varia tipologia degli strumenti usati dai rapinatori,  ogni rapina rappresenta un grave trauma per coloro che la subiscono:  si tratta di un trauma fisico e psichico, che si riesce a superare soltanto dopo un notevole periodo di tempo.

Rispetto a questi eventi criminosi, l'atteggiamento dei nostri top manager è quello di una vergognosa indifferenza assoluta: la loro attenzione, infatti, è notoriamente rivolta soltanto a non fare spese inutili che potrebbero intaccare le loro stock option.

Nell'ipotesi "migliore" (!?!?!?) può anche capitare che l'area metta a disposizione dei malcapitati una guardia davanti alla filiale per qualche giorno……ultimamente poi l'area si è attivata  per far sapere  a qualche collega che a loro disposizione ci sono un medico e/o uno psicologo.

Per i colleghi e per noi questi effimeri e provocatori interventi sono un'altra umiliazione, che si aggiunge a quella della rapina subita.

E' ORA DI DIRE BASTA A QUESTO ANDAZZO

Il 1° aprile, in coincidenza con la rapina subita da STADIO, a Torino, erano riuniti circa 1500 dirigenti di Intesa Sanpaolo. Sui quotidiani abbiamo letto alcune delle dichiarazioni pronunciate durante questo meeting: il Presidente Bazoli ha richiamato "i valori etici", il nostro amico torinese Salza  ci ha tenuto a dichiarare che  "essere il primo gruppo italiano significa essere virtuosi anche nei comportamenti e assumersi le proprie responsabilità",   mentre il nostro A.D. Passera  – meno spudoratamente-  si è limitato ad illustrare gli eccellenti risultati dell'azienda.

A fronte di questi atteggiamenti, ribadiamo che i colleghi – che subiscono quotidianamente violazioni dei loro diritti e della loro dignità –   non sono più disposti a tollerare una situazione del genere.

La salute fisica e psichica è un diritto primario che va tutelato.   Non è tollerabile che Intesa Sanpaolo abbia come unico obiettivo di proteggere solo il suo patrimonio (soldi), mettendo ogni giorno a repentaglio la vita dei colleghi e delle colleghe in nome della riduzione dei costi aziendali.

Rivendichiamo come reali misure di sicurezza la guardia fissa o, dove praticabile, la blindatura delle filiali.

Continueremo a percorrere questi obiettivi utilizzando tutti gli strumenti in nostro possesso: abbiamo aperto la strada alle ispezioni dell'Asl con l'esposto alla Procura della Repubblica, abbiamo coinvolto la clientela con volantinaggi, ma, alla fine, decisiva è la mobilitazione dei lavoratori.

Invitiamo tutti i colleghi a discutere le nostre proposte per reagire in modo adeguato se l'azienda non cambierà atteggiamento.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Intesa Sanpaolo
Area Torino

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