(per la difesa del futuro di tutti noi è stata aperta la Cassa di Resistenza per i lavoratori di Banca Depositaria: invitiamo a sostenere gli scioperanti con un contributo economico. I versamenti vanno fatti sul conto:
IT72 U020 0801 1040 0010 0902 036, intestato a Massimo Marcori.
I quadri sindacali della Cub-Sallca hanno già aperto la sottoscrizione devolvendo l'equivalente di una giornata di lavoro, ma l'iniziativa è di tutti ed invitiamo anche gli altri sindacati a collaborare o lanciare iniziative simili).

E' riuscito molto bene lo sciopero del 15 febbraio dei lavoratori e delle lavoratrici di Banca Depositaria (il terzo), nonostante i tentativi dell'azienda di mettere in piedi le strategie più indecenti per farlo fallire. Quella che vi raccontiamo è la storia di una grande giornata di lotta e di un comportamento aziendale che deve preoccupare tutti i lavoratori del gruppo.

Giovedì sera (o venerdì mattina, più propriamente) tutti i lavoratori di Banca Depositaria si sono visti recapitare una mail, dal Servizio Personale CIB (da cui dipende il personale di Banca Depositaria), dove si minacciavano non meglio precisate sanzioni disciplinari. Tutto questo in base ad una dichiarazione unilaterale dell'azienda sulla illegittimità dello sciopero dichiarato dalla Cub-Sallca. Allegata una lettera (del Servizio Relazioni con il Personale) al nostro sindacato ed alla commissione di garanzia (peraltro per conoscenza) dove il concetto veniva ribadito con argomenti inconsistenti e sulla base di una "consulenza" dell'Abi (complimenti anche a loro). Questa trovata avveniva un giorno prima dello sciopero, dimostrando che non era interesse dell'azienda ottenere l'intervento della commissione, ma solo creare timori e confusione. Peraltro la commissione di garanzia, l'unica deputata per legge a valutare la regolarità degli scioperi, non ha avuto nulla da eccepire.

E non è finita qui: tra sabato e domenica si sono registrate numerose telefonate di dirigenti tese ad esercitare improprie pressioni sui lavoratori per indurli a non scioperare.

Gli aspetti giudiziari di questi comportamenti saranno oggetto di attenta valutazione da parte dei nostri legali. Quello che ci interessa sottolineare qui è che questo atteggiamento è degno di relazioni sindacali non del secolo passato, ma addirittura dell'800.

Le inqualificabili manovre aziendali sono tuttavia cadute nel vuoto. Lo sciopero ha ugualmente ottenuto forti adesioni e molto partecipata è stata la manifestazione, prima sotto State Street (l'aspirante acquirente), dove è stata consegnata una lettera per spiegare le ragioni dei lavoratori, poi sotto la sede del Personale di Intesa Sanpaolo.

E qui dagli aspetti tragici si è passati a quelli grotteschi.

La rumorosa manifestazione in Piazza Ferrari ha indotto l'azienda ad accettare il confronto con una delegazione di lavoratori. L'incontro è avvenuto con i signori Curcuruto e Filosomi, che hanno subito posto la pregiudiziale che nella delegazione non fosse presente alcun rappresentante della Cub-Sallca. Un nostro rappresentante era, ovviamente, presente ma, per senso di responsabilità, ha accettato di allontanarsi al fine di consentire ai lavoratori di ascoltare quanto i rappresentanti aziendali avevano da dire.

L'esclusione è stata motivata con l'argomento che la presenza della Cub-Sallca era strumentale e volta ad ottenere un riconoscimento aziendale.

L'argomento è ridicolo e persino offensivo. Intanto è evidente che l'incontro non aveva né poteva avere le caratteristiche di una trattativa sindacale. Non poteva essere firmato nessun accordo ed in ogni caso l'azienda sa bene che la Cub-Sallca non è disponibile a svendere i diritti dei lavoratori per aumentare i propri.

Questo è il punto! Lo sciopero indetto dalla Cub-Sallca (su precisa richiesta dei lavoratori) ha rovinato i piani aziendali che confidavano sulla possibilità di condurre una trattativa da posizioni di forza, con la "pace sociale" riconquistata, l'assenza di agitazioni, il lavoro pienamente recuperato, in particolare il calcolo del Nav (valore delle quote dei fondi).

Non intendiamo dare lezioni ai lavoratori, ma ci sentiamo di esprimere qualche suggerimento. L'azienda è in palese e forte difficoltà, come riconosciuto anche nell'incontro della delegazione. Fallita la strada delle minacce, ora c'è il tentativo di ricorrere al dialogo, con la richiesta di segnali di apertura (da parte dei lavoratori!! Avete capito bene!) e l'agitazione del pericolo di interventi Consob che avrebbero gravi ripercussioni per tutti (tutti chi???).

Non crediamo di dover spiegare che, visti anche i comportamenti recenti, non si possa nutrire nessuna fiducia in questa azienda. Le richieste dei lavoratori sono ragionevoli (distacco, conferma dei lavoratori a tempo determinato, garanzie per il rientro dopo il distacco) e, vogliamo ricordarlo, condivise, almeno a parole, da tutti i sindacati del primo (o ciò che ne resta) e del secondo tavolo.

Ci sono tutte le condizioni per portare avanti la battaglia fino al successo finale. E' importante che i lavoratori (tutti, a tempo indeterminato e non) restino uniti e compatti.

Abbiamo discusso che ci sono le condizioni per dare continuità agli scioperi degli straordinari. Collaboreremo per lanciare una Cassa di Resistenza per sostenere economicamente chi aderirà alle agitazioni. Più in generale cercheremo di coinvolgere tutti i lavoratori del gruppo, per arrivare ad un momento di mobilitazione generale.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Intesa Sanpaolo

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