Torino, 28 maggio 2010
L'assemblea di approvazione del bilancio 2009 si svolge in un clima un po' meno ottimista sulla continuità del ritmo di ripresa dei mercati che regnava alla fine dell'anno in esame. Sono tornate turbolenza e volatilità, con attacchi speculativi alla stessa tenuta del sistema dell'euro e pesanti ricadute sugli equilibri di finanza pubblica. Anche le sorti del nostro risparmio previdenziale tornano incerte, così come la sostenibilità delle prestazioni pensionistiche pubbliche di base, che i fondi pensioni complementari dovrebbero integrare.

Tuttavia vogliamo concentrarci sul bilancio e sul merito dei risultati ottenuti, che riconosciamo essere lusinghieri e positivi in modo sufficientemente omogeneo. Nel corso dell'esercizio abbiamo avuto il piacere di vedere realizzata un'altra delle nostre rivendicazioni tradizionali, la possibilità cioè di potere effettuare switch di comparto con 4 finestre temporali distribuite in corso d'anno. Un segnale positivo che dimostra come sia possibile ottenere modifiche importanti, a partire dal buon senso e dalla buona volontà, accogliendo quelle istanze che molti lavoratori chiedevano e che stanno imparando ad utilizzare in misura crescente.
Più in generale, registriamo con favore un miglioramento del clima e della comunicazione tra C.d.A. e Assemblea dei Delegati, anche se avremmo preferito ricevere il bilancio un po' prima del 25 maggio, per poterlo esaminare con maggiore attenzione e potersi esprimere con maggiore cognizione di causa.
Il bilancio 2009 evidenzia, come dicevamo, risultati positivi, consentiti peraltro da una ripresa dei mercati di rilevante entità. La relazione introduttiva al bilancio, onesta nei toni e nell'impostazione, ammette che la ripresa di valore delle quote dei vari comparti si limita a recuperare le ingenti perdite dell'anno precedente e, in alcuni casi, come per l'Aggressivo o l'Equilibrato, non realizza a pieno neanche questo obiettivo.
La valutazione positiva dei risultati non esaurisce comunque le perplessità che esprimiamo su alcuni aspetti della gestione del Fondo che ci stanno particolarmente a cuore. Ne abbiamo individuati quattro tra gli altri.

  1. la gestione degli immobili continua a rivestire caratteri di elevata anomalia. A dispetto di un modello dichiarato di investimenti immobiliari diversificati per area geografica e per destinazione d'uso, con quotazioni chiare e trasparenti, ci ritroviamo ad avere in pratica tre fondi immobiliari chiusi, non quotati, che hanno tratto origine da operazioni discutibili (sebbene non imputabili all'attuale CdA). Siamo ripetutamente intervenuti per segnalare l'originalità di investimenti in palese conflitto d'interesse: Tau racchiude immobili Telecom (una delle più problematiche e indebitate partecipazioni della banca capogruppo); Omega rappresenta gli immobili di Intesa Sanpaolo derivati dal fallito collocamento di Immit; Omicron rappresenta gli immobili di Unicredit, acquisiti probabilmente nella logica di uno scambio di favori incrociati (noi compriamo un po' di Omicron, loro comprano un po' di Omega: organizza FIMIT). La rivalutazione delle quote di Omega ha dato molto lustro alle performance, ma come essere certi che siano realistiche? Spesso i prezzi reali, in questi tempi di crisi, si scoprono solo quando si vende davvero, o quando si prova a vendere, come ci sembra si stia facendo, con qualche difficoltà un po' imbarazzante. Inoltre le relazioni semestrali di Omega denotano il venir meno di canoni importanti, a fronte di spese di ristrutturazione da realizzare, con rischio rilevante di calo di redditività dell'investimento.
  2. la volatilità dei mercati ha fatto emergere rischi dove non erano facilmente prevedibili. Sarebbe utile avere il quadro dell'esposizione attuale ai titoli governativi dell'area euro emessi da paesi deboli come Grecia, Spagna e Portogallo, suddivisi per comparto, e conoscere eventuali orientamenti gestionali rispetto a questo problema.
  3. Il peso del gestore e consulente tattico e strategico GDP Sim sembra preponderante rispetto alla necessaria separazione dei ruoli, tra gestione, controllo e rendicontazione. Ci sembra eccessivo che ad una sola società venga affidata (citiamo dal Bilancio) la "definizione e manutenzione periodica del modello di Asset Allocation Strategica, di selezione e controllo dei gestori, di monitoraggio dei mercati e misurazione dei rischi finanziari e di supporto nell'individuazione delle operazioni di posizionamento di breve periodo sui mercati (operazioni di Asset Allocation tattica). Inoltre la società offre il servizio di consulenza per la selezione, analisi e proposta di investimenti extra-benchmark". Un volume di impegno davvero pesante, anche se ben retribuito (618.000 euro nel 2009, se abbiamo contato tutto), che sarebbe bene spacchettare, per introdurre i necessari controlli in contraddittorio.
  4. La gestione degli investimenti extra-benchmark, responsabile in passato di gioie e anche dolori (specie nel 2008) è stata ridotta nel corso del 2009 attraverso la vendita delle due obbligazioni strutturate. Quale quota riveste ora la gestione extra-benchmark nel patrimonio del fondo e in quale intervallo andrà a posizionarsi nell'assetto definitivo?

Infine ci preme ritornare sul tema del regolamento elettorale previsto per l'elezione dei componenti elettivi delle strutture del Fondo, un argomento che già in passato avete dichiarato esterno all'ambito di competenza del C.d.A. e di questa Assemblea in particolare. Noi insistiamo nel ribadire che questo sistema elettorale non è soddisfacente e si presta a manovre, patti tra sigle maggioritarie e meccanismi di scambio incrociato che possono limitare il pluralismo nella rappresentanza dei lavoratori.
Annunciamo quindi, ufficialmente, che intendiamo elaborare uno schema di revisione del sistema elettorale che porteremo all'attenzione del Consiglio e degli altri organi sociali del Fondo, come anche delle fonti istitutive e delle forze sindacali che concorrono all'elezione dei rappresentanti dei lavoratori.
Auspichiamo sin d'ora che questa proposta venga recepita e discussa in ogni ambito, per correggere in modo strutturale un sistema elettorale che troppe volte, in passato, ha funzionato come strumento distorsivo della rappresentanza, blocco alla rotazione degli incarichi e fattore di scoraggiamento della partecipazione attiva.

Claudio Balza
Massimo Bertarini
Maurizio Bonini
Luisa Cantore
Paola Cassino
Laura Cipollone
Maurizio Di Gregorio
Giuseppe Francescon
Giuseppe Gradi
Wanda Miceli
Giuliana Olivieri
Renato Strumia
Mauro Vernero

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