La vicenda del Vap 2011 ha seguito un corso tortuoso.
Ricordiamo che, in prima battuta, l'azienda non riteneva ci fossero le condizioni per erogare il premio, poi aveva "aperto" ad un'erogazione con riduzione del 35% rispetto all'anno prima. Alla fine il taglio è stato "solo" del 13% sulla figura media del 3A3L, taglio che cresce o diminuisce a seconda dell'inquadramento (es.: QD4 meno 31%, 3A1L meno 8%).
La riduzione può scendere al 4% per chi destina il Vap al "Premio sociale" (meno 8,8% se si sceglie di destinarlo 50% in busta e 50% a Premio Sociale), utilizzabile per libri e rette scolastiche dei figli, contributi per assistenza sanitaria e previdenza complementare (anche per i familiari).
La parte di Vap destinata al Premio Sociale che non verrà consumata interamente per queste motivazioni verrà versata con lo stipendio di febbraio 2013, ma riproporzionata con la decurtazione originaria. Diciamo subito che una valutazione sull'accordo è difficile per chi, come noi, non siede al tavolo di trattativa e non può giudicare se il "punto di caduta" dell'accordo era ancora modificabile o meno.
Visto da fuori possiamo fare le seguenti valutazioni:

  • ovviamente il contesto generale in cui è avvenuto l'accordo non era dei più favorevoli: il contemporaneo annuncio di Cucchiani sulla bontà dei conti aziendali non può occultare il fatto che vi siano molti proventi straordinari e non più ripetibili. Peraltro, come ben sappiamo, la crisi vale sempre per i lavoratori e mai per management e azionisti (Cucchiani aumenta di 300.000 euro il suo appannaggio fisso, premi incentivanti a gogò per il Top Management e 800 milioni di dividendi per gli azionisti).
  • Verosimilmente l'unico argomento spendibile dai sindacati al tavolo di trattativa è stata la necessità di recuperare credibilità dopo la caduta verticale di consensi successiva alla sanguinosa tornata di assemblee sul contratto. Un buon motivo per continuare ad incalzarli.
  • Pur tenendo conto del contesto, il Vap 2011 è il più basso in assoluto dal momento della fusione e si inserisce nel tentativo aziendale di portare avanti l'armonizzazione attraverso una forma di egualitarismo al ribasso.
  • La "trovata" del "premio sociale" tenta di mettere una toppa al taglio retributivo e trova la nostra disapprovazione di principio (trasferendo l'erogazione di parte del premio dall'azienda allo Stato) e pratica (mettendo a carico del lavoratore la scelta sulla modalità di erogazione, che andrebbe valutata, più che con un sindacato, con uno studio di commercialisti).

Se nel contesto attuale più di un lavoratore avrà tirato un sospiro di sollievo perchè, in qualche modo, il premio è arrivato, noi pensiamo che si debba misurare ogni evento anche alla luce della strategia, passata e presente, di chi siede al tavolo di trattativa.
Lo spirito collaborativo verso la dirigenza della nuova banca si basava sull'illusione di potere spartire con l'azienda un dividendo "da fusione". Questo abbaglio ha rapidamente abbandonato i lavoratori, che hanno condiviso solo sacrifici, cessioni, disagi, tagli occupazionali, riduzione del salario reale ed ora anche nominale.
Ora la strategia di chi ha firmato l'accordo per il contratto nazionale, pensando di ottenere una tregua, mostra nuovamente la corda. Le aziende vogliono sempre di più e Intesa Sanpaolo lo dimostra: manovra unilaterale sugli orari, linea rigida sugli esodi (o risparmi da ottenere ad ogni costo con dolorose misure alternative), scadenza degli accordi di armonizzazione senza alcun segnale di voler aprire la trattativa.
Inoltre ricordiamo che l'accordo recente sul CCNL consente di unificare Vap e sistema incentivante in un nuovo "premio variabile di risultato". Rischiamo di proseguire sulla strada di un'ulteriore e continua riduzione del Vap, cioè della quantità di salario contrattato. Un bel risparmio per l'azienda, che se la caverebbe con una sorta di "due per uno", cioè con un premio unificato incerto, variabile e ben inferiore alla somma di sistema incentivante e Vap come li avevamo conosciuti.
L'unica forma di difesa è tenere alta la guardia e mantenere la pressione dei lavoratori sui sindacati trattanti: nessun arretramento sarà consentito senza reagire.


BREVE STORIA DEL VAP IN INTESA SANPAOLO

La serie storica degli importi del Vap deve partire dal premio erogato nel 2007 il primo successivo alla fusione tra Intesa e Sanpaolo, ma può essere utile ricordare che si univano due situazioni molto diverse tra loro, tralasciando ulteriori differenze tra le decine di banche interne ai gruppi.
In Intesa la distribuzione del premio era molto più egualitaria, replicando la riparametrazione del contratto nazionale. Al Sanpaolo la "forbice" era molto più ampia: si partiva da 1.418,08 Euro del 3A1L per arrivare a 4.079,82 Euro del QD4. Per il ruolo chiave 2 si raggiungevano 7.188,26 Euro.
Ripetiamo che poi vi erano le numerose banche dei due gruppi con storie diverse.
L'accordo 29/5/2008 tendeva a uniformare le condizioni delle varie aziende del Gruppo, stabilendo la necessità di individuare alcuni indicatori tratti dal Bilancio Consolidato, relativi in parte ai risultati di Gruppo, in parte a quelli delle singole aziende.
Veniva definita una quota base per il premio del biennio 2008-2009 pari a 1.940 Euro riferita alla figura 3A3L e da ricalcolare per gli altri inquadramenti sulla base della scala parametrale del contratto nazionale.
Per l'esercizio 2007 veniva anche erogato un premio partecipazione di 258 Euro uguale per tutti.
Questo è il primo Vap del nuovo gruppo, da cui partire per confronti successivi. E' però interessante notare il passaggio intermedio con cui vengono attutiti alcuni effetti dell'omogeneizzazione.
Con l'erogazione riferita al 2007, grazie al premio partecipazione di 258 Euro, tutte le figure professionali ex Intesa sono in guadagno, mentre sul versante Sanpaolo aumenta l'erogazione fino al QD2 ed iniziano le perdite a partire dal QD3, perdite compensate, solo nel 2007, da un'erogazione una tantum di 500 Euro per i QD3 e di 1.000 Euro per i QD4.
L'erogazione riferita al 2007, secondo i comunicati dei sindacati firmatari, avrebbe dato luogo ad un maggior esborso aziendale del 15% rispetto a quella del 2006.
Il Vap 2008 conferma l'importo base e così, in assenza dei citati elementi una tantum, si "stabilizza" una prima riduzione rispetto alle vecchie banche (per i colleghi ex Intesa dalla Seconda Area in giù, per gli ex Sanpaolo da 3A3L in su).
Per il 2009, sulla base di dati di bilancio parziali (che a fine anno risulteranno molto migliori) avviene un taglio del Vap dell'11% rispetto all'anno prima.
Per il 2010 viene confermato l'importo dell'anno 2009, ma attenzione: viene ribadito che dovranno essere concordati gli indicatori di bilancio (che stanno cercando dal 2007…) e che il premio base riferito alla figura 3A4L scende a 1.727 Euro dai 1940 del biennio 2008-2009.
E arriviamo al 2011, con l'ulteriore riduzione ed il tentativo di mascherarlo con il "Premio Sociale".
Se da un lato la presenza di un unico Vap di gruppo è da valutare positivamente, non si può tacere il fatto che l'azienda è riuscita a portare a termine un'azione livellatrice al ribasso: rispetto al 2007 con il Vap 2011 i gradi più elevati perdono di più, ma nessuno se ne avvantaggia (se non l'azienda) perchè tutte le figure professionali vanno indietro!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Intesa Sanpaolo

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