Anche quest’anno si tira un sospiro di sollievo e c’è da ritenersi tutto sommato soddisfatti: il premio è arrivato! E’ inferiore a quello dell’anno precedente, ma d’altra parte si sa che è compito e responsabilità esclusiva dei lavoratori farsi carico del rischio d’impresa e della pesante ristrutturazione che il settore sta subendo da anni.

Le modalità sono le solite: cash, buoni benzina (non per tutti), “premio sociale” e mix di questi.

In molti casi ha pesato l’iscrizione a bilancio dei costi relativi all’accordo sugli esodi, ma ciò nonostante le aziende hanno deciso di elargire ugualmente una certa somma. Anche per questo motivo nulla valgono le recriminazioni di quelli che si risentono per la presunta disparità di trattamento rispetto agli altri cosiddetti stakeholders: il management e gli azionisti hanno avuto niente più di ciò che ampiamente  meritavano, gli uni grazie anche ad un sistema incentivante che ne premia le doti manageriali e le oculate scelte gestionali, gli altri con un dividendo che rimane allineato a quello dell’anno precedente.

Con un lungo e proficuo lavoro, grazie anche all’ottimo dialogo tra banche e parti sociali, in un’ottica di equità e solidarietà, le retribuzioni dei lavoratori, invece, si stanno finalmente e giustamente adeguando ad uno standard confacente alle legittime aspettative di redditività, anche se ci vorrà ancora qualche tempo per dichiararsi completamente soddisfatti.

I sindacati firmatari a tutti i tavoli di trattativa, molto responsabilmente, si stanno adoperando in ogni modo perché ciò avvenga nel modo più discreto possibile, con una ampia opera di imbonimento che la categoria non sembra ad oggi voler mettere in discussione. A traguardo raggiunto il management ed i capitali investiti potranno competere sui mercati e accedere alla miglior remunerazione possibile grazie al senso di responsabilità e di solidarietà di tutti i colleghi: indice di una maturità della categoria che ha pochi paragoni in Italia e all’estero.

Di questo passo entreremo nell’ unione bancaria europea a degno titolo: con una architettura contrattuale sempre più vicina alle attuali esigenze dei mercati, liberi dalle pesanti catene di previsioni superflue, da stupidi ed inutili diritti, frutto di un vecchio modo di concepire la società e di una ormai obsoleta stagione di cosiddette rivendicazioni, che tanto danno hanno fatto all’intero settore.


Con l’evidente ironia di alcuni passaggi e la desolante verità di altri, questo commento provocatorio vuole invitare i colleghi a riflettere sul continuo arretramento delle proprie condizioni salariali, nonostante perdurino i lauti emolumenti a favore del management.

Questa l’attuale situazione sulla figura media (3A3L) in modalità cash relativa al VAP da erogare nel 2013:

tabubivap

Con le eccezioni di BPI e BPB i tagli sono evidenti. Tireremo le somme a trattative concluse.

Ma non è finita, il VAP è solo un assaggio: Patuelli e Visco nei loro interventi alla recente assemblea di ABI sono stati chiari: la priorità è ridurre i costi del  personale. In quest’epoca di opachi compromessi è necessaria una scelta di campo  … siete pronti a prendervi le vostre responsabilità?

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo UBI Banca

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