DA SEGRETERIA NAZIONALE CUB SALLCA 

A ISCRITTI/E, LAVORATORI/TRICI 

L’8 marzo le donne di tutto il mondo scioperano ma noi non possiamo!

Nell’ottica di ottemperare al “soddisfacimento delle necessità della vita attinenti ai diritti della persona costituzionalmente garantiti…

Le Organizzazioni sindacali firmatarie  si impegnano a non proclamare scioperi nella giornata di mercoledì…”

L’autoregolamentazione del diritto di sciopero nel settore bancario risale agli anni 80 e tale è rimasta sino ad oggi.

Al fine di consentire l’erogazione, durante lo sciopero, delle prestazioni ritenute indispensabili, quali il pagamento degli stipendi e delle pensioni, i sindacati firmatutto hanno sottoscritto un codice di autoregolamentazione che, tra le altre cose, vieta ai bancari l’indizione di sciopero per la giornata di mercoledì. Per il diritto di sciopero siamo considerati servizio pubblico essenziale ma questa caratteristica l’abbiamo persa da tempo sia per la possibilità di accedere all’erogazione di denaro attraverso altri canali, sia per la riduzione di sportelli e casse con la conseguenza di fornire un servizio sempre più scadente a chi non usa internet e bancomat.

Il nostro settore non è certo esente da discriminazioni di genere in particolare rispetto alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; alle donne è comunque assegnato il ruolo di cura e assistenza e sono poche quelle che possono delegare a pagamento tale ruolo. 

Un esempio per tutti sono le risposte assurde alle richieste di part-time delle lavoratrici: articolazioni di orario che mettono in seria difficoltà la possibilità di seguire i figli, pena il trasferimento.

Condividendo i contenuti di questa manifestazione che, ricordiamo, ha carattere mondiale, non possiamo che invitare, chi può, a partecipare alla

CHIAMATA ALLO SCIOPERO INTERNAZIONALE DELLE DONNE  8 MARZO 2017 DI “NI UNA MENOS” 

L’iniziativa nasce dalle donne argentine che hanno deciso di incrociare le braccia l’8 marzo: se le nostre vite non valgono, noi non produciamo. Ci fermiamo per esprimere dissenso e disobbedienza, per rifiutare ogni forma di violenza sessista, razzista, di sfruttamento e oppressione.

Dalla manifestazione del 26 novembre 2016 a Roma si sono moltiplicati in tutte le città italiane le iniziative, i tavoli di discussione, i dibattiti in preparazione della manifestazione: Povertà e precariato, diritti Lgbt e discriminazioni verso le donne migranti, discriminazione sul lavoro.

La violenza non è solo quella che avviene nelle relazioni di intimità: c’è la violenza di interventi politici che rispondono alla crisi erodendo diritti, tutele, welfare, dando per scontato che siano le donne con il loro lavoro di cura a sostituire politiche sociali assenti. 

E’ ancora violenza quella di Stati che costruiscono muri contro l’immigrazione o promulgano leggi per respingere e deportare. E’ ancora violenza quella di uno Stato che smantella  i consultori e continua a lasciare la legge 194 ostaggio dell’obiezione, cosiddetta “di coscienza”, che spesso cela l’ipocrisia di ginecologi che attuano una volontà di controllo dei corpi delle donne o sono mossi da opportunismi di carriera.

A supportare l’agitazione saranno i sindacati USB, CUB, USI e SGB. 

Potete trovare i volantini delle varie Federazioni della CUB sul sito nazionale e su quelli locali o di settore, mentre per il dibattito generale vi invitiamo a visitare il sito nonunadimeno.wordpress.com dove potrete seguire le varie iniziative.

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