Lo “stabilimento” di Via Molfetta di UBIS, a Roma, è collocato in un’area lontana da Dio e dal mondo e soprattutto da mezzi pubblici. Davanti ad un bellissimo parco ed in mezzo a ad un complesso urbanistico popolare, per lo più fatiscente, frequentato, durante la sera, da drogati, malviventi, prostituzione di ogni tipo.

L’ingresso principale, su Via Molfetta appunto, è posto immediatamente dopo una curva, solo il Padreterno sa come, fino ad oggi, non sia mai accaduto un incidente, con un solo marciapiede, sulla parte opposta.

L’ingresso secondario dà su una stradina, Via Manduria, scarsamente illuminata e teatro, quanto meno, della succitata prostituzione o altro, visto il materiale specifico che ogni giorno si trova sulla strada.

Il parcheggio, dato appunto il complesso popolare, è scarso, le strade adiacenti, piccole ed anguste, a mala pena riescono a contenere le automobili dei residenti.

Furti e vandalismi sono all’ordine del giorno, così come retate con elicotteri e dozzine di pattuglie delle forze dell’ordine. Qualche negozio aperto nella zona, forse 5, compresa una farmacia, per il resto serrande abbassate e spazzatura, spazzatura, spazzatura, dalle camere da letto alle cucine, dalle decine di ruote (di motocicli o automobili) alle (sempre) decine di cassafortine per alberghi, calcinacci, e tutto il repertorio possibile ed inimmaginabile.

Sì, sì avete letto bene.

In questo contesto così armonioso e variegato l’unica nota positiva è il vasto, vastissimo parcheggio interno, in superficie e in garage (sembra che ci sia un ulteriore garage ad un altro livello, che funzionava prima che arrivasse UBIS a mettere le strutture “a norma”).

Parcheggio ovviamente destinato ai dipendenti di UBIS. Ma a Via Molfetta non ci stanno solo dipendenti, ma anche decine e decine di consulenti esterni, a cui ovviamente è vietato l’accesso al parcheggio.

Il vecchio responsabile – purtroppo per noi, per fortuna per lui, non più tra noi – utilizzando la logica del buon padre di famiglia che cosa aveva disposto? I consulenti che venivano con i motocicli parcheggiavano dentro, anche perché fuori non li avrebbero ritrovati, e a quelli con le automobili veniva consentito l’accesso dopo l’orario di uscita dei dipendenti, anche e soprattutto in considerazione del fatto che i consulenti si trattengono sempre fino a tardi, qualche volta tardissimo. Fra loro ci sono ovviamente molte donne.

Adesso, all’improvviso, qualche genio si è inventato che NO, I CONSULENTI NON ENTRANO PIU’, per non si sa quale motivo che non sia: PERCHE’ LE POLICY … L’ASSICURAZIONE … LA SICUREZZA … tutte fesserie di questa portata.

In tutto questo la quintuplice sindacale, che ovviamente rappresenta gli interessi dei … uhmmm lavoratori? Tutti? No, probabilmente solo quelli della logistica – tacciono, sono sensibili al tema ed alla problematica, partecipano al disagio, ma tacciono, stanno fermi, come il famoso semaforo/Prodi di guzzantiana memoria.

Ancora più allucinante, se possibile, è stata la reazione di qualche “collega” dipendente, che non approva la battaglia per il mantenimento dello status quo, ritenendo che questo possa essere un incentivo a pretendere, da parte di UBIS, una maggior presenza in azienda.

In effetti il sindacato non fa altro che rappresentare le istanze dei propri iscritti e lavoratori. E noi, allora,  facendoci interpreti delle istanze di 111 lavoratori, chiediamo all’Azienda UBIS di Via Livio Cambi 1 – 20151 MILANO, ai responsabili di Sicurezza e Logistica (e magari pure logica), di consentire ai “colleghi” esterni la fruizione del parcheggio, così come era fino ad oggi, o al 1° febbraio – data del “FUORI TUTTI” – così che possano lavorare tranquilli, almeno dal lato dei mezzi di trasporto.

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Gruppo Unicredit

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