Avevamo già scritto sui tentativi di alcuni sindacalisti firmatutto di carpire, durante le procedure presso l’Abi per le pratiche di esodo, una firma per la trattenuta sindacale sull’assegno erogato dall’Inps. Visto che gli episodi si sono ripetuti, abbiamo deciso di raccontare nel dettaglio la vicenda, con nome e cognome dei protagonisti. Pur sicuri che si sia trattato di un equivoco (non potremmo mai pensare che esistano sindacalisti così disonesti) pubblichiamo, sotto, la storia raccontata dal nostro storico dirigente sindacale Franco Di Mauro, che ne è stato direttamente protagonista.

Peraltro la vicenda si è ripetuta tempo dopo: mentre lavorava in cassa con la consueta coda davanti, il nostro rappresentante Marco Schincaglia è stato indiretto protagonista di un altro espisodio, avendo ricevuto la telefonata di un collega che stava firmando per l’esodo e che chiedeva se era davvero necessario mettere una firma su un modulo Inps con il codice M. L’autore del nuovo equivoco lo trovate al fondo del testo.

Se alcuni sindacalisti (firmatutto) sono scatenati con chi va in esodo, altri imperversano con quelli in servizio. Ci è stato raccontato (anche se non abbiamo conferme ufficiali) che alcune sigle impongono ai loro quadri sindacali di fare iscrizioni pena la riduzione del loro monte ore di permessi. Una storia, se fosse vera, suggestiva e che vi raccontiamo nell’allegato.


Confesso: nonostante l’età e la lunga esperienza oggi sono un po’ emozionato. Dopo oltre 40 anni di lavoro, sono venuto qui a Milano, all’ABI, a firmare il mio pensionamento anticipato: l’agognato esodo.

Mi ritrovo in una sala rumorosa, più di venti persone intorno ad un tavolo ovale (l’ABI si può permettere un certo arredo) che parlano ad alta voce. Ad un certo punto una gentile signora (che si presenta come rappresentante della banca) ci comunica alcune istruzioni generali e poi passa a leggere 4 fogli che contengono le regole dell’accordo sull’esodo. Seguo ma non molto, sto già pensando a “dopo”. Tornerò a casa e sventolerò i fogli che decretano la mia “libertà” definitiva.

Ma ecco una piccola difficoltà: la gentile signora avvicina uno ad uno tutti gli “esodandi” (da qui capisco che gli altri seduti intorno al tavolo erano sindacalisti). Quando viene il mio turno, mi dice:

(lei) A quale sindacato è iscritto? Lo deve scrivere su quel rigo.

(io) A nessuna delle sigle indicate sul foglio.

(lei) l’indicazione è obbligatoria per la formalità dell’atto. Il sindacato fa da garante per la sottoscrizione del verbale di accordo.

(io, stupito ma rassegnato) per me è uguale, non ho fiducia in nessuno di questi. Indico, a caso, il primo della lista: tale Tiberio Carelli – FABI.

Ma guarda un po’ il caso, è proprio seduto di fianco a me.

Sentita la improvvisa designazione, mi guarda e dice:

(lui) devi firmare anche il modulo INPS.

(io) quale modulo INPS?

(lui) Questo (ce l’avevo sotto il naso ma ero, come ho detto, un po’ confuso).

(io) Dove devo firmare?

(lui) Qui , e mi indica un rigo a metà di uno dei fogli.

(io) Ma cos’è questa firma, a cosa serve?

(lui) Se indichi me come “garante” devi firmare anche qui.

Comincia ad assalirmi un dubbio ed anche un po’ di nervosismo (mi conosco queste situazioni in cui non capisco, non le reggo, prima o poi sbotto). Vado a vedere dove avrei dovuto firmare e leggo :

delega per la riscossione dei contributi associativi sindacali: autorizzo l’INPS a trattenere…..compresa la tredicesima….i contributi stabiliti dalla propria organizzazione sindacale. Accetto che la delega sia tacitamente rinnovata di anno in anno…ecc.ecc.”

Finalmente ho capito, comincio ad alzare la voce, la rabbia mi assale perché in quel momento ed in quella confusione generale e personale rischiavo di fornire una rendita a vita ad un’organizzazione sindacale che nemmeno conosco. Lui capisce, si alza e si va a sedere all’altro capo del tavolo.

Dopo diversi minuti la gentile signora mi consegna i vari moduli controfirmati “di malavoglia” da Tiberio Carelli. Lo guardo, lui ha la faccia come quella di un commerciante che ha perso un cliente e sembra dire:

peccato, mi rifarò con il prossimo: avanti un altro!

*****

Il secondo episodio cui facevamo riferimento, avrebbe visto come protagonista Alessandro Drago. Naturalmente, come per la storia di cui sopra, saranno i colleghi che non hanno capito, si sarà sicuramente trattato di un equivoco, visto che il ruolo dei sindacalisti, in quella sede, sarebbe di tutela dei lavoratori!!

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