DA CUB SALLCA
A iscritti/e, lavoratrici e lavoratori
(comunicato 11 marzo)

Come abbiamo già scritto, le banche affrontano l’emergenza coronavirus in ordine sparso.

Le decisioni di alcune banche di lavorare col 50% di organico a giorni alterni nelle filiali medio grandi (in Intesa Sanpaolo con almeno 12, in Ubi 10 addetti) e chiusura pomeridiana rappresenta un ulteriore passo in avanti verso quello che stiamo chiedendo da lunedi scorso: la chiusura delle filiali (ed anche delle sedi).

Non è certo compito nostro valutare le misure più idonee per combattere il coronavirus, ma nel momento in cui si chiudono scuole, teatri, cinema, stadi, si incrementa il lavoro da casa (e lì ci sono ancora margini di miglioramento) e si dice alla popolazione di non uscire, non si capisce perché le filiali delle banche debbano restare aperte.

Persino l’anacronistica normativa (da noi sempre contestata) sul diritto di sciopero nel settore, prevede l’apertura un giorno alla settimana per i servizi essenziali.

Auspichiamo, quindi, che si arrivi alla soluzione che noi auspichiamo (purtroppo, perché significa che la situazione sta peggiorando)

Nel frattempo, ricordiamo a chi maneggia valori che l’OMS ha dichiarato che i contanti possono veicolare il virus, non tanto perché provochino infezione toccandoli, ma perché poi si può avere un contatto involontario con bocca, naso e occhi.

E siccome la BCE ha dichiarato che non ci sono problemi….usate i guanti di lattice. Anche se le aziende non li passano possiamo fare lo sforzo di prenderli per conto nostro.

Ai gestori e consulenti ricordiamo che, nel momento in cui il governo invita a non uscire da casa, appare piuttosto singolare che i bancari telefonino ai clienti per invitarli ad appuntamenti commerciali.

Per problemi e criticità suggeriamo di scrivere ai responsabili del Servizio Prevenzione e Protezione e della Tutela Aziendale, nonché ai medici competenti.

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