Spesso tra i lavoratori e le lavoratrici prevale una stato di rassegnata passività, dovuta anche all’errata convinzione che non si possa far nulla contro lo strapotere aziendale. Invece un po’ di determinazione e la conoscenza della normativa possono portare a qualche piccolo, ma importante, risultato.

E’ accaduto, ad esempio, che venisse mandato il controllo medico ad un collega in malattia, il quale è risultato assente ma in grado di giustificare l’assenza con una motivazione assolutamente valida, già riconosciuta come tale in sede Inps.
Nonostante ciò, l’azienda ha addebitato una giornata di mancata retribuzione al collega.
Dopo una lettera del nostro avvocato ed una risposta in cui, ancora, pretendevano di avere ragione (mai ammettere gli errori, vero?) ma volevano mostrarsi magnanimi, la giornata è stata riaccreditata.

Interessante anche il caso di un collega che è stato trasferito e passato ad altro incarico quando gli mancavano pochi giorni al completamento del percorso ed al consolidamento della relativa indennità.
Anche in questo caso, dopo una risposta interlocutoria (mai ammettere di avere torto), l’indennità è stata consolidata.

Non è sempre necessario iniziare un’azione legale per fare valere i propri diritti, talvolta basta essere determinati a non farseli calpestare. Se poi viene in supporto un’azione sindacale ferma e coerente, qualche risultato arriva. Noi siamo per provare sempre a difendere i diritti, se anche i sindacati “riconosciuti” facessero altrettanto forse staremmo un po’ meglio.

Alcuni colleghi che, quando ad aprile venne pubblicata la richiesta aziendale di programmare almeno 6 giorni di ferie nel mese, non intendevano sottostare a questo sopruso, hanno presentato il piano ferie completo (seguendo i nostri suggerimenti e come da normativa aziendale ) ignorando la richiesta.
Nonostante qualche telefonata “motivazionale” dal Personale, chi ha tenuto la posizione ha potuto fare le ferie regolarmente programmate, senza doverle sprecare (se non gradite) quando l’Italia era in pieno lockdown ed era vietato persino leggere un libro su una panchina.

Infine, mentre per un certo periodo ci sono stati ostacoli (talvolta ci sono ancora) a fare lo smart working, vi sono anche stati casi di colleghi in filiale che venivano forzati a chiederlo. E’ stato sufficiente ignorare le sollecitazioni aziendali a compilare la lettera di richiesta e la cosa non ha avuto seguito.

Nonostante uno scenario di normative sempre più sfavorevoli per i lavoratori e la firma da parte dei sindacati al tavolo di accordi sotto dettatura aziendale, tuttavia alcune garanzie e alcuni diritti esistono ancora.
Con il nostro aiuto si possono far valere, quando ci sono le condizioni: basta essere determinati a farlo.

La sigla del nostro sindacato, S.A.L.L.C.A., significa Sindacato Autorganizzato, che implica un’azione attiva e partecipativa dei lavoratori, che devono essere in grado di far valere i propri diritti con la piena assistenza dell’organizzazione sindacale, sotto tutti gli aspetti.

Per questo serve rafforzare il sindacato di base, che trae la sua legittimazione dai lavoratori, non dalla controparte: lanciamo un appello all’iscrizione alla
Cub Sallca, ma anche all’attività sindacale, per chi vuole provare a impegnarsi in prima persona nella tutela delle condizioni lavorative.

 

CUB-SALLCA

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