In allegato il nostro volantino di commento all’accordo di integrazione tra Intesa Sanpaolo ed Ubi.

L’accordo non stravolge nulla, tutela nella sostanza i lavoratori con lievi modifiche migliorative e rimanda a tempi successivi le questioni più complesse, relative al welfare e non solo. Il vero dramma è costituito dal caos organizzativo che ha seguito l’integrazione e che investe tuttora la banca nel suo complesso, a partire dalla rete. Un disastro venduto come grande successo…

Contemporaneamente è stato siglato un accordo sul PVR 2021, che merita un ragionamento a parte, vista la grande insoddisfazione dei lavoratori ed il conclamato fallimento di questi sistemi di incentivazione, che tradiscono sempre le attese e si rivelano davvero specchietti per le allodole. L’esiguità degli importi erogati per il PVR 2020, l’abbattimento del 70% dei premi del SET, la riduzione del 28% del sistema incentivante NPL, parlano da soli e persino i sindacati firmatari ammettono che “qualcosa non ha funzionato”. Torneremo in merito presto.

Anche la costituzione della Commissione Politiche Commerciali e Clima Aziendale, e l’accordo sulle pressioni che è stato promesso entro maggio, andrà seguita con attento monitoraggio: il problema è esplosivo e le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici molto elevate. Non sarebbe tollerabile un ennesimo fallimento nel contrastare le pressioni spropositate che investono gli addetti alla vendita, cioè ormai tutti!

Pressioni che non si sono mai fermate nel nostro settore, neanche durante la pandemia e neanche nelle regioni in zona rossa. Come era stato fatto dai sindacati firmatari nella Regione Marche, anche la Cub-Sallca ha inviato nei giorni scorsi una segnalazione alla Prefettura di Roma, per evidenziare comportamenti di banche e di responsabili non in linea con il rispetto della normativa anti-covid.

Per quanto la situazione tenda a migliorare, non vanno mai abbassate le difese e attenuate le precauzioni….

 

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