Intesa Sanpaolo è l’unica banca italiana che ha introdotto “sperimentalmente” dal 2017 un contratto misto per i propri dipendenti: lavoratore subordinato e consulente a partita Iva, unificati nella stessa persona.

Alla scadenza dei due anni, è possibile convertire il contratto di lavoro in un normale tempo pieno, a tempo indeterminato, come soluzione definitiva.

Molti contratti si stanno avvicinando alla scadenza dell’opzione e, per dimostrare che l’esperimento funziona, occorre sventare un’adesione di massa alla conversione del contratto misto in un rapporto di lavoro più normale.

L’azienda moltiplica gli sforzi per convincere i lavoratori a restare nel contratto misto, proponendo anche un incentivo di 5.000 euro lordi.

Ma se è così conveniente, che bisogno c’è?

Forse conviene fare i conti e tirare le somme per capire chi ci guadagna veramente…

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CUB-SALLCA 

 

 

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