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ASSEGNI DI ESODO 2016: LA SAGA CONTINUA

Prosegue il balletto delle responsabilità nella vicenda degli assegni di esodo 2016, mentre i primi avvisi bonari giungono a ridosso della scadenza dei 30 giorni per pagare.

Dopo alcune settimane, le sigle sindacali firmatarie degli accordi hanno finalmente incontrato l’ABI.

Dall’incontro è scaturita una lettera congiunta, indirizzata all’Agenzia delle Entrate e all’Inps. La richiesta di sospendere gli effetti degli avvisi bonari è del tutto scontata e nota da tempo, piuttosto stupisce il tono remissivo e titubante che traspare dalla lettera: chiediamo che da parte Vostra venga valutata l’adozione di un provvedimento generale – anche per una esigenza di uniformità sul territorio nazionale – di sospensione degli effetti degli avvisi bonari medesimi”.

Ci saremmo aspettati una determinazione e una perentorietà ben diverse, soprattutto quando chi scrive dovrebbe essere convinto delle proprie ragioni e della solidità dei propri argomenti, insieme alla tenuta giuridica degli accordi sottoscritti. Continua ad esserci poca chiarezza in tutta questa vicenda ed il fatto che le OO.SS. non abbiano neanche avvertito l’esigenza di rendere pubblica con un comunicato ufficiale la lettera congiunta contrasta con i tempi ravvicinati con cui i colleghi coinvolti devono decidere se pagare la prima rata in via precauzionale, oppure opporsi decisamente sul piano legale.

 

CUB-SALLCA

 

 

PREMIO VARIABILE DI RISULTATO 2021: UNA MINESTRA RISCALDATA SEMPRE MENO APPETITOSA

Gli accordi di integrazione di UBI in ISP includono anche il PVR 2021.

In allegato il nostro commento, che vuole essere anche una riflessione generale sui sistemi incentivanti.

 

 

Mentre nei servizi centrali permane una forte discrezionalità della gerarchia aziendale (su valutazione / ruoli / inquadramenti / premi), nel sistema filiali cresce la tendenza a legare i premi ai risultati commerciali.

Il meccanismo di funzionamento è sempre più farraginoso e dipendente da algoritmi incomprensibili, le regole vengono fissate in modo tardivo e cambiano in corso d’opera: alla fine, a fronte di risultati strabilianti, arrivano premi insignificanti e deludenti.

Persino i sindacati firmatari ammettono la necessità di cambiare qualcosa. L’impressione è che le “regole d’ingaggio” siano truccate: ai piani alti vengono distribuite cifre forti con meccanismi secretati, mentre alla truppa si buttano misere ossa spolpate.

L’azienda cerca di ottenere sempre di più, pagando sempre di meno. Sarebbe il caso di smettere di correre, per traguardi irraggiungibili, e ritornare a ragionare su una redistribuzione vera della produttività aziendale.

 

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

ISP: REGOLE PER IL CONTRASTO ALLE MOLESTIE SESSUALI

 

 

Lo scorso 15 aprile l’Azienda ha emanato le Regole per il contrasto alle molestie sessuali (in allegato).

 

L’iniziativa rientra nell’ambito di applicazione della Dichiarazione congiunta ABI – SINDACATI del 12 febbraio 2019, poi recepita all’art. 22 del CCNL 19.12.2019.

Si tratta di un importante punto di arrivo, passato un po’ in sordina, anche per la concomitante integrazione con UBI, che ha assorbito l’attenzione generale.

Crediamo invece utile ribadire l’importanza di una normativa che affronta il problema delle molestie sessuali con indicazioni operative specifiche, che vanno dalla sensibilizzazione “culturale” sul tema con finalità preventive, alla gestione e repressione di condotte riprovevoli, agite spesso da responsabili con funzioni apicali.

A noi interessa poco che “le molestie sessuali possano generare forti impatti … sulle performance dei team e, in generale, sulla reputazione della Banca” come recitano le regole.

Ci interessa di più che esista un percorso per denunciare e reprimere “quei comportamenti indesiderati a connotazione sessuale, espressi in forma fisica, verbale o non verbale, aventi – di per sé o in quanto reiterati – lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una lavoratrice o di un lavoratore e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo”.

Questo percorso prevede il rispetto della riservatezza dei dati, la tutela del segnalante (chiunque esso sia), la quantificazione dei tempi (60 giorni) in cui deve essere svolto l’approfondimento e la conseguente adozione di provvedimenti disciplinari (qualora accertata la fondatezza della denuncia).

Come tutte le norme, funzionerà se verrà fatta propria da chiunque si trovi nella condizione di doverla usare: è quindi bene sapere di avere a disposizione strumenti per respingere “proposte sessuali indesiderate, richieste di favori sessuali o altra condotta verbale o fisica di natura sessuale; di particolare gravità sono considerate le molestie sessuali compiute abusando della propria posizione gerarchica, promettendo vantaggi (es. progressione di carriera o benefici economici) o minacciando svantaggi (es. mancata promozione).

In una fase di forte precipitazione del Clima Aziendale, in conseguenza soprattutto delle reiterate pressioni commerciali, va apprezzato ed agito tutto ciò che può rappresentare un elemento di contrasto al deterioramento del contesto.

Buona lettura!

 

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo

TASSAZIONE ASSEGNI DI ESODO 2016

Com’è noto l’Agenzia delle Entrate ha inviato, da fine aprile in avanti,  un avviso bonario con richiesta di versamento di imposte per gran parte degli 11.000 ex-bancari che erano in esodo nel 2016, con riferimento agli assegni di esodo erogati in quell’anno e rendicontati nel CUD 2017.

I sindacati firmatari e l’ABI sono intervenuti su INPS ed Agenzia delle Entrate per ottenere un provvedimento di sospensione o di revoca degli effetti dell’avviso bonario. A tutt’oggi non si intravedono soluzioni e continua il rimpallo di responsabilità, mentre la scadenza dei 30 giorni per pagare si avvicina rapidamente. L’incontro con ABI programmato per il 31 maggio si colloca oltre i termini di scadenza previsti per molti avvisi già pervenuti, mentre gli interessati necessitano di risposte urgenti.

Non è ancora chiaro se si tratta di un semplice errore procedurale dell’INPS nel segnalare all’Agenzia delle Entrate la natura del reddito percepito nel 2016 dai lavoratori, o se invece l’Agenzia delle Entrate abbia cambiato interpretazione alla normativa fiscale sugli assegni di esodo, che verrebbero così equiparati al TFR e come tali sottoposti a riliquidazione della tassazione separata.

Si tratterebbe di un cambiamento radicale, che stravolge una prassi applicata per almeno 20 anni, e che finirebbe per alterare con effetto retroattivo le condizioni pattuite a suo tempo per consentire alle banche (e alle Poste) un costo fiscale agevolato nel mandare in esodo i lavoratori “in esubero”.

Se si tratta di un errore, va sanato rapidamente. Se si tratta di una nuova interpretazione, va messa a carico delle banche, cui competeva il carico fiscale. Se si tratta di un pasticcio contrattuale, che includeva una norma poco chiara, le parti firmatarie se ne assumano la responsabilità e i relativi costi, senza conseguenze economiche per gli esodati.

I lavoratori in esodo devono continuare a ricevere un importo netto, corrispondente alla pensione che avrebbero preso alla rispettiva finestra, comprensiva dei contributi.

Il tempo stringe ed il terzo comunicato dei firmatari non fa altro che riassumere la situazione di stallo. L’avviso bonario non può essere impugnato perché non è una procedura esecutiva. Si può presentare all’Agenzia delle Entrate la “richiesta di esercizio dell’autotutela”, come da modello che alleghiamo, ma questo non interrompe i termini per l’eventuale emissione di una cartella esecutiva, con inclusi sanzione e interessi.

Le strade sono sostanzialmente due:

1) Chiedere la rateizzazione e pagare la prima rata trimestrale, inviando contemporaneamente la richiesta di esercizio di autotutela e accompagnare il pagamento con una comunicazione in cui si disconosce il debito e ci si riserva di richiedere il rimborso (la motivazione può essere quella riportata nel comunicato: ““la riliquidazione dell’imposta non è dovuta poiché l’erogazione dell’assegno deve avvenire al netto come è previsto dal regolamento del Fondo di Sostegno al reddito e dalla sentenza della Corte di Cassazione sezione Lavoro n° 18128 del 22 agosto 2014”). Prima del pagamento della seconda rata, è auspicabile un chiarimento o la soluzione del problema.

2) Respingere il pagamento ed avviare una contestazione nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, con contestuale diffida alla banca di provenienza e all’INPS. Questa opposizione legale non blocca automaticamente l’emissione di cartelle esecutive, quindi va ponderata attentamente. Chi deciderà per questa seconda opzione può rivolgersi ad uno studio legale che ha approfondito la tematica. Per ottenere informazioni ed avviare la procedura è necessario collegarsi al sito:

https://www.iacoviello.it/bancari/2021/la-tassazione-dellassegno-desodo/

Nello stesso tempo consigliamo di contattare il nostro sindacato per ottenere tutte le informazioni utili (rischi inclusi).

Se non dovessero arrivare soluzioni positive in tempi brevi, diventerebbe inevitabile il ricorso a mobilitazioni, presidi e iniziative di protesta, in ogni sede opportuna, verso questa vera e propria ingiustizia.

 

CUB-SALLCA

NON È COLPA DEL DESTINO

La CUB-SALLCA sostiene la petizione “NON È COLPA DEL DESTINO” e invita le/gli iscritte/i ed i simpatizzanti a sostenerla.
https://www.change.org/p/sergio-mattarella-non-%C3%A8-colpa-del-destino

 

Le morti sul lavoro, nella maggioranza dei casi, sono morti evitabili, sarebbe sufficiente applicare le norme esistenti. 

Non è colpa del destino” è lo slogan di una petizione, alla quale hanno iniziato ad aderire lavoratori, rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, personale delle aziende sanitarie e dell’ispettorato del lavoro, e persone comuni, che chiede al Presidente della Repubblica di sostenere l’idea di una Procura nazionale del lavoro.

Per “fare Prevenzione” abbiamo bisogno di sistemi di prevenzione aziendali, che, a partire dai datori di lavoro, sappiano applicare concretamente le Leggi esistenti. E per “fare Giustizia” abbiamo bisogno di uno Stato capace di fare buone indagini e buoni processi, in tempi ragionevoli. 

Sosteniamo la petizione e, con essa, il Disegno di Legge 2052 presentato al Senato della Repubblica.

 

 

 

LA POLITICA E LA CULTURA PER IL MONTE DI PIETA’ DI NAPOLI

 

Dopo il presidio organizzato con successo lo scorso 21 aprile davanti alla sede dello storico edificio che ospitava il Monte di Pietà del Banco di Napoli, proseguono le iniziative per sventarne la privatizzazione.

Avevamo scritto al Ministro della Cultura Dario Franceschini e al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, per chiedere agli enti pubblici di esercitare il diritto di prelazione, qualora Intesa Sanpaolo concretizzasse la vendita a Generazione Vincente.

Dopo il bell’articolo comparso sul Fatto Quotidiano in data 3 maggio, scritto con la consueta passione e competenza dallo storico d’arte Tomasi Montanari (che alleghiamo), si è riunita la Commissione Cultura del Comune di Napoli, invitando in audizione i rappresentanti della CUB Sallca.

Ve ne diamo conto nel Comunicato Stampa allegato. Emerge un consenso trasversale alle forze politiche, a difesa del ruolo pubblico dell’immobile, con proposte di utilizzarlo come polo museale (come propone Montanari), oppure come sede dell’Archivio di Stato (come propone Bassolino).

 

 

Intanto si sono mossi anche personaggi noti del mondo dello spettacolo e della cultura, sensibili alle ragioni della storia e dell’arte.

Vi proponiamo gli interventi dell’attore Biagio Izzo e dello scrittore Maurizio De Giovanni, reperibili sul nostro sito facebook: http://www.facebook.com/SALLCACUB

Vi terremo informati sugli ulteriori sviluppi.

 

CUB-SALLCA

INTEGRAZIONE ISP-UBI E LETTERA AL PREFETTO DI ROMA

In allegato il nostro volantino di commento all’accordo di integrazione tra Intesa Sanpaolo ed Ubi.

L’accordo non stravolge nulla, tutela nella sostanza i lavoratori con lievi modifiche migliorative e rimanda a tempi successivi le questioni più complesse, relative al welfare e non solo. Il vero dramma è costituito dal caos organizzativo che ha seguito l’integrazione e che investe tuttora la banca nel suo complesso, a partire dalla rete. Un disastro venduto come grande successo…

Contemporaneamente è stato siglato un accordo sul PVR 2021, che merita un ragionamento a parte, vista la grande insoddisfazione dei lavoratori ed il conclamato fallimento di questi sistemi di incentivazione, che tradiscono sempre le attese e si rivelano davvero specchietti per le allodole. L’esiguità degli importi erogati per il PVR 2020, l’abbattimento del 70% dei premi del SET, la riduzione del 28% del sistema incentivante NPL, parlano da soli e persino i sindacati firmatari ammettono che “qualcosa non ha funzionato”. Torneremo in merito presto.

Anche la costituzione della Commissione Politiche Commerciali e Clima Aziendale, e l’accordo sulle pressioni che è stato promesso entro maggio, andrà seguita con attento monitoraggio: il problema è esplosivo e le aspettative dei lavoratori e delle lavoratrici molto elevate. Non sarebbe tollerabile un ennesimo fallimento nel contrastare le pressioni spropositate che investono gli addetti alla vendita, cioè ormai tutti!

Pressioni che non si sono mai fermate nel nostro settore, neanche durante la pandemia e neanche nelle regioni in zona rossa. Come era stato fatto dai sindacati firmatari nella Regione Marche, anche la Cub-Sallca ha inviato nei giorni scorsi una segnalazione alla Prefettura di Roma, per evidenziare comportamenti di banche e di responsabili non in linea con il rispetto della normativa anti-covid.

Per quanto la situazione tenda a migliorare, non vanno mai abbassate le difese e attenuate le precauzioni….

 

MONTE DI PIETA’ DI NAPOLI – LA STORIA NON E’ IN VENDITA

Si è svolto mercoledì 21 u.s. il presidio davanti alla ex-sede del Monte di Pietà a Napoli, un edificio monumentale che appartiene al patrimonio storico della città partenopea. Un’istituzione che risale ad oltre quattro secoli fa, uno scrigno d’arte che Intesa Sanpaolo intende vendere a privati per utilizzi commerciali.

Va ricordato che l’operazione si concretizza dopo che la banca ha venduto, ad una società esterna, tutte le filiali che si occupavano di prestito su pegno sul territorio nazionale, includendo anche gli oltre 60 lavoratori/trici che vi erano addetti/e, i quali hanno saputo dell’operazione dalla lettura dei giornali…

Il presidio ha avuto una partecipazione sorprendente e la nostra iniziativa ha catalizzato l’attenzione di forze politiche, sindacali, associazioni culturali e storiche, che insieme hanno dato una risposta corale a questo attentato al patrimonio artistico del Paese.

SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK (https://www.facebook.com/SALLCACUB)
POTETE TROVARE UN REPORT FOTOGRAFICO ED IL VIDEO GIRATO NELL’OCCASIONE.

Ampio risalto è stato fornito dalla stampa locale e dalle emittenti televisive regionali: per ragioni di spazio alleghiamo solo l’articolo della redazione locale di Repubblica, rappresentativo del punto di vista comune sulla vicenda.

In attesa che gli impegni presi dagli amministratori e dai politici locali si traducano in realtà, abbiamo scritto al Ministro della Cultura Dario Franceschini e al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, perché esercitino il diritto di prelazione, qualora la banca non desista dal suo intendimento di disfarsi del palazzo.

Alleghiamo il testo della lettera e cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che ci hanno sostenuto nel costruire la manifestazione e mobilitare l’opinione pubblica.

Vi terremo informati.

CUB – SALLCA

IL MONTE DI PIETA’ RESTI ALLA CITTA’

 

Eravamo già intervenuti sui vertici di Intesa Sanpaolo per chiedere di fermarsi nella vendita dello storico palazzo del Monte di Pietà di Napoli.

La vicenda era stata ripresa dalla stampa locale, innescando un vivace dibattito e delibere municipali per sollecitare un intervento degli enti pubblici (Ministero e Regione) per bloccare la privatizzazione di un bene storico unico. La storica cappella che fa parte del Palazzo è un scrigno d’arte e contiene statue del Bernini.

Il potenziale acquirente, la famiglia Amoroso, proprietaria della società di intermediazione di manodopera Generazione Vincente e del Napoli Basket, sembra offrire 8,5 milioni di euro per i muri, ma punta ad almeno 20 milioni di euro da parte di Invitalia (tra contributi a fondo perduto e prestiti senza interessi), per completare il recupero dell’immobile. Resterebbero alla fine, in mani private, un albergo e un ristorante a cinque stelle, per svolgere varie attività lucrative, nel centro della città. Un bel business!

Per sventare la privatizzazione di un bene storico, che è stato preservato persino durante l’insurrezione di Masaniello, resta poco tempo.

Se Intesa Sanpaolo insiste pervicacemente per vendere, chiediamo che le forze politiche e sindacali sensibili, le associazioni culturali ed artistiche, gli intellettuali e tutti coloro che difendono il nostro patrimonio, si mobilitino per la prelazione pubblica del Palazzo, da destinare ad un uso pubblico e gratuito di fruizione culturale.

Invitiamo tutti al presidio statico che si terrà mercoledì 21 aprile alle ore 11 davanti alla sede storica del Monte, in Via San Biagio dei Librai 114, a Napoli.

 

In allegato il nostro volantino di convocazione della manifestazione

CUB-SALLCA

 

 

 

 

 

NEWS DAL FONDO SANITARIO INTEEGRATIVO INTESA SANPAOLO

Cominciamo con alcune scadenze tecniche che possono rendersi necessarie per la Dichiarazione dei Redditi.
Dal 6 aprile sul sito del Fondo sono stati resi gradualmente disponibili i riepiloghi dei rimborsi e dei contributi utili per rispettare gli adempimenti fiscali, nel dettaglio:

  • i rimborsi riconosciuti nel 2020 per le spese sanitarie sostenute;

  • i pagamenti effettuati nel 2020 dal Fondo a favore degli enti erogatori per le prestazioni rese in assistenza convenzionata;

  • le quote differite relative all’anno 2020 o precedenti e rimborsate dal Fondo nel 2020;

  • i contributi addebitati in conto ad esodati e pensionati, anche per conto dei familiari, e comunicati dal Fondo all’Agenzia delle Entrate.

Come è noto, il 2020 è stato un anno particolare per il Fondo Sanitario, con un andamento positivo legato alla riduzione delle prestazioni richieste, in conseguenza della pandemia.

I consiglieri elettivi del Fondo hanno richiesto che l’avanzo 2020 non venga riservato a patrimonio, ma venga accantonato a bilancio, per un possibile utilizzo già nel 2021, in previsione di un aumento delle prestazioni precedentemente rinviate. Se le anticipazioni risultano affidabili, gli organi tecnici stanno verificando la fattibilità della scelta, dal punto di vista delle normative contabili e civilistiche. Andrà tutto bene?

Nella lettera che alleghiamo, inviata al Presidente da quasi tutti i consiglieri elettivi (si è defilato solo Demarchi, della Uilca, mentre ha aderito la nostra Paola Cassino), si affrontano varie tematiche, in parte emerse nell’ultima fase di vita del Fondo, in parte presenti da tempo nelle richieste che avanziamo, con insistenza e fermezza, in modo costruttivo, da quando il Fondo è nato.

Si va dai problemi pregressi dell’attività amministrativa, ai nuovi, gravi, ritardi connessi all’aggiornamento anagrafico e alle conseguenze sui conguagli, dalla questione annosa delle convenzioni, alla necessità di fare diventare strutturale la liquidazione immediata della differita (come accaduto nel 2020), dallo snellimento burocratico, alla richiesta di una soluzione definitiva per le riserve bloccate.

Molti temi che noi ripetiamo da sempre sono rimasti fuori: un aumento del contributo aziendale per i lavoratori attivi, che sono calati molto per esodi e pensionamenti; la trasparenza e la pubblicità degli atti degli organi direttivi; il miglioramento delle prestazioni, delle franchigie e dei massimali. Temi che vengono riservati alle “fonti istitutive” e che quindi non possono essere affrontati, né in Cda, né nel dibattito corrente.

Qualcosa però ha cominciato a muoversi e noi auspichiamo che vengano affrontati, man mano, tutti i problemi che si erano accumulati nel tempo. Vi terremo informati di ogni passo in avanti.

CUB-SALLCA Intesa Sanpaolo