Da circa un mese Intesa Sanpaolo sperimenta la chiusura delle casse in filiali medio-grandi con caratteristiche diverse.

L’innovazione vorrebbe puntare all’eliminazione definitiva della figura del cassiere tradizionale, già falcidiata dalla massiccia ondata di esodi e dal draconiano ridimensionamento del servizio. L’obiettivo sarebbe quello di costringere l’utenza all’utilizzo dei canali remoti e imporre di forza la digitalizzazione della clientela.

Ma non tutto funziona come vorrebbe chi ha lanciato l’esperimento: esiste il rischio concreto di ottenere conseguenze indesiderate e paradossali (LEGGETE IL VOLANTINO ALLEGATO) dal perdere un pezzo di clientela, al rovesciare su chi dovrebbe fare solo attività “commerciale” il  compito di dare assistenza operativa fine a se stessa, con effetti limitati e temporanei. Se poi anche la tecnologia non aiuta, con bancomat e CSA spesso fermi, la situazione si complica.

Anche per i lavoratori l’esperimento non è una passeggiata: la “riconversione professionale” implica fatica e stress, spesso anche un aumento del rischio. Servirebbe  aprire un tavolo di trattativa per garantire a tutti diritti e tutele nella nuova organizzazione del lavoro di sportello, ma questa vicenda è  l’ennesima prova di come i sindacati “firmatutto” abbiano completamente perso il controllo su questo tema e la possibilità di contrattarne le ricadute.

Questo è il frutto di anni di “moderne” relazioni industriali, in cui la ricerca del riconoscimento da parte delle aziende ha sostituito il rapporto con i lavoratori. E’ singolare che, a fronte del proliferare di commissioni paritetiche inutili (se non per chi beneficia dei permessi per parteciparvi), sia scomparsa la Commissione Organizzazione del Lavoro, attiva fino a non molti anni fa: ma ovviamente la sua utilità dipenderebbe da una presenza sindacale non subalterna ai voleri aziendali.

 

Dalla Direzione Regionale Piemonte una notizia che segnala un (parziale) barlume di buon senso: gli orari di molte filiali flexi vengono ridimensionati.

 

Cogliamo l’occasione per ricordare che dal 1/1/2019 partirà l’iniziativa “arrotonda solidale”, prevista dall’accordo “inclusione”, che fa parte degli accordi di 2^ livello firmati dai sindacati trattanti il 3 agosto scorso (mai sottoposti al voto dei lavoratori).

Il progetto è gestito dal Comitato Welfare e tende a favorire l’occupazione delle persone con disabilità.

Per finanziare l’iniziativa è previsto “il riversamento dell’arrotondamento all’euro inferiore dello stipendio mensile netto (con un massimo di 99 centesimi) di tutti i dipendenti del Gruppo che non manifesteranno espressamente la volontà di non aderire all’iniziativa. Le Aziende del Gruppo contribuiranno a versare mensilmente l’importo pari al completamento ad 1 euro dei singoli arrotondamenti donati dai propri dipendenti”.

Quindi, come già accaduto per Prosolidar, per aderire non è necessario fare nulla, mentre chi volesse recedere deve seguire questo percorso:

  • accedere alla piattaforma People
  • selezionare in alto a sinistra l’icona con foglio/matita
  • vai a “le mie richieste”
  • selezionare “arrotonda solidale”
  • selezionare “revoca” e fare conferma.

 

CUB_SALLCA Intesa Sanpaolo

 

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