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La trattativa sul rinnovo del contratto nazionale sembra avviata a concludersi entro la fine del mese.
Preme l’urgenza di fare partire gli aumenti già dal 2023 e la fretta delle banche nello scaricarsi un po’ di costi fiscali.
La fretta è sempre cattiva consigliera, anche se in questi 10 mesi dopo la scadenza, il tempo per fare le cose per bene ci sarebbe stato.
Il rischio è che le parti migliori della piattaforma non vengano neanche discusse e che ci siano contropartite negative sottaciute.
Mai come ora bisogna tenere gli occhi aperti!
C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
Con una mossa clamorosa, ma non troppo sorprendente, Intesa Sanpaolo scavalca l’ABI e annuncia di voler anticipare gli aumenti richiesti in piattaforma.
La delegazione ABI viene ancora una volta spiazzata da un’iniziativa unilaterale che ne mette in crisi rappresentatività e ruolo.
La riunione del CASL, anticipata al 6 novembre, deve a questo punto decidere qualcosa: non basta più presentare documenti vaghi, che giocano con le parole a vuoto.
L’ABI deve chiarire cosa vuole e soprattutto cosa è disposta a concedere. Intesa Sanpaolo deve precisare le modalità con cui rendere concreti i propri impegni.
Lavoratrici e lavoratori non possono ancora attendere un rinnovo che non arriva mai!
C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
Da tempo le organizzazioni sindacali di base (tra cui la CUB) avevano indetto uno SCIOPERO GENERALE per l’intera giornata di VENERDI’ 20 OTTOBRE.
Le motivazioni sono ben dettagliate nel volantino che alleghiamo: lottiamo contro la guerra, il disastro climatico, l’attacco ai diritti del lavoro.
Anziché spendere soldi in armamenti, vogliamo finanziare i servizi sociali, a partire da sanità e istruzione. Vogliamo stipendi e pensioni più alte, vogliamo il rinnovo dei contratti, a fronte di un’inflazione che morde il potere d’acquisto. Anche il contratto dei bancari langue da quasi un anno, senza sbocchi visibili.
A tutto questo, che c’era già prima, si sono aggiunti nell’ultima settimana ulteriori motivi per reagire. Da una parte gli orrori della Palestina, ultima deflagrazione di un conflitto che dura da 75 anni; dall’altra la crisi economica, che sta portando ad una legge di stabilità ancora una volta contraria ai nostri interessi; infine, la questione del salario minimo, con il documento CNEL che respinge qualunque avanzamento in materia.
Per invertire la rotta e riconquistare un ruolo da protagonisti, i lavoratori devono riprendere l’iniziativa.
Lo sciopero è regolare e rispetta le norme di legge, essendo stato comunicato a tutte le controparti nei termini previsti. Contattateci in caso di difficoltà.
FONDO PENSIONE GRUPPO INTESA SANPAOLO
Dopo i risultati molto deludenti del 2022, il Fondo sta attuando una razionalizzazione dei comparti, anche per dare attuazione agli accordi relativi alla fusione con UBI.
Il momento non è dei migliori, perché il rialzo dei tassi (che non sembra avere fine) continua a stressare i valori di azioni e obbligazioni.
In questo contesto di perdurante incertezza, la manovra ha conseguenze importanti su alcuni dei comparti esistenti.
Invitiamo gli iscritti al Fondo ad approfondire con attenzione i cambiamenti in corso, per poter valutare adeguatamente le scelte da operare.
In allegato il nostro volantino di commento.
CUB SALLCA Intesa Sanpaolo
Ancora una volta tocca intervenire su una vicenda che riguarda i Fondi Pensione del Gruppo Unicredit.
In base ad un accordo sindacale del 2019, a completamento del processo iniziato nel 2015 di confluenza dei Fondi ex banche nel Fondo di Gruppo, è stata offerta ai titolari di Fondi a prestazione definita (esempio, ex Casse di Risparmio di Torino, Treviso e Trieste), di capitalizzare (se pensionati) / “zainettare” (se attivi o esodati) la propria posizione.
L’iniziativa era condivisibile, in quanto la scelta era volontaria e chi voleva mantenere l’iscrizione alla parte a prestazione definita era libero di farlo.
Le modalità di attuazione sono state, invece, esecrabili: la ripartizione del patrimonio tramite calcoli attuariali nel 2021 ha prudenzialmente ipotizzato lo scenario in cui pochi avrebbero scelto la capitalizzazione, tanto da richiamare nell’accordo finale un ulteriore calcolo attuariale dopo un anno dalla scelta per suddividere l’attivo eventuale, compreso di crediti prima non disponibili.
Purtroppo, lo zainetto è confluito a ottobre 2021 sul comparto a 3 anni ed il nuovo calcolo attuariale (a invarianza di parametri?) è stato effettuato nel 2022: andamento dei mercati estremamente negativo, perdite considerevoli su comparto azionario e obbligazionario, sparizione degli “attivi eventuali”.
Ad essere danneggiati sono tutti gli iscritti al Fondo, ma in particolare i titolari delle ex-sezioni di Roma e Milano, insieme ai colleghi delle ex- CR Torino, Treviso e Trieste, perché a chi ha capitalizzato/zainettato risulterebbe così sottratto l’eventuale recupero a conguaglio.
I responsabili di questa condotta disastrosa hanno fatto tutto senza alcuna informativa trasparente agli iscritti interessati. Si cerca di fare passare tutto sotto silenzio, senza assunzione di responsabilità.
In prima convocazione il quorum per approvare il bilancio non è stato raggiunto.
Nella seconda convocazione si voterà dal 16 al 23 maggio: facciamogliela pagare e votiamo CONTRO!