Lo sciopero del 28 giugno, indetto dalla sola Cub-Sallca, ha rotto lo stato di sonnolenza in cui i vertici dei sindacati concertativi volevano mantenere i lavoratori.

Nonostante i ben noti limiti di agibilità con i quali è costretto ad operare il sindacato di base, si è trattato di un successo che ha colto di sorpresa azienda e vertici dei sindacati trattanti.

Ovviamente, i risultati sono stati maggiori dove la presenza del nostro sindacato è più radicata da tempo, in particolare a Torino (una risposta straordinaria, filiali quasi tutte chiuse o funzionanti a scartamento ridotto e presenza nelle sedi dimezzata), nel Napoletano, in Liguria. Ma segnali incoraggianti sono giunti da tante altre realtà.  Non possiamo che segnalare con sdegno come, in alcuni territori dove la presenza del sindacato di base è più recente, ma emergevano comunque forti disponibilità alla mobilitazione, l'esito dello sciopero sia stato pesantemente condizionato da atteggiamenti aziendali gravemente lesivi del diritto di sciopero.

Responsabili delle relazioni sindacali di Area/Banca Rete che negavano di essere informati dello sciopero (e magari in certi casi era pure vero visto il comportamento quanto meno lacunoso delle Relazioni Industriali di Gruppo) o che ne mettevano in dubbio la regolarità con le argomentazioni più fantasiose: non è stato indetto da un sindacato firmatario di contratto (e allora?), è stato proclamato solo per una regione (??), lo possono fare solo gli iscritti del Sallca e così via, secondo chi aveva più creatività. Un mare di ridicole panzane.
Abbiamo dovuto inseguire i vari "responsabili", dall'Area Liguria al Sanpaolo Banco di Napoli, dall'Area Lazio a Cariparo riuscendo solo in alcuni casi ad ottenere attenzione e l'ammissione che tutto era regolare.
Altre volte, invece, abbiamo dovuto affrontare autentici maestri nell'arte di scomparire: alle Relazioni Industriali di Cariparo, il giorno prima dello sciopero, nessuno rispondeva agli interni ed ai cellulari aziendali (o erano staccati). Il responsabile delle Risorse Umane dell'Area Lazio, poi, oltre a non rispondere al cellulare, non si è degnato neppure di rispondere ad una nostra mail successiva allo sciopero.
Da segnalare, a latere, la "perla" di una mail di Carisbo, dove tale gz (sappiamo chi è), in occasione dello sciopero generale del 13 luglio, chiedeva ai vari responsabili i nomi degli scioperanti.
Riteniamo che gli sforzi dei più zelanti tra i responsabili si siano mostrati vani per impedire ai lavoratori di sapere che c'è un sindacato, "non allineato", che propone azioni di lotta. Confidiamo, quindi, che questi atteggiamenti non si verificheranno più in futuro e che non dovremo denunciare nuovamente (e questa volta non solo con un volantino) azioni di ostacolo al diritto di sciopero.
 

Due parole sul comportamento dei quadri sindacali delle altre sigle. Alcuni di loro hanno scioperato con noi e vogliamo ringraziarli pubblicamente. Altri hanno legittimamente manifestato la loro contrarietà al nostro sciopero. Altri ancora, invece, hanno attivamente affiancato l'azienda nella diffusione di notizie false sulla regolarità dello sciopero, per intimorire i lavoratori. A loro va solo il nostro disprezzo ed ai lavoratori l'invito a valutare questi comportamenti e trarne le opportune conclusioni.

Poiché l'esito delo sciopero del 28 ha dimostrato, senza ombra di dubbio, che la disponibilità alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Intesa Sanpaolo è molto forte e le ragioni per lottare non mancano di certo, abbiamo voluto con questo volantino sgombrare il campo, per il futuro, da preoccupazioni derivanti solo da cattiva informazione o da squallide provocazioni.
Confermiamo, quindi, che le nostre proclamazioni di sciopero sono effettuate nel pieno rispetto delle normative vigenti. Ricordiamo ancora che l'obbligo di apporre i cartelli di preavviso alla clientela è un onere aziendale: se non lo fanno le conseguenze sono loro, non dei lavoratori.

Al prossimo sciopero, quindi, senza timori.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Intesa Sanpaolo

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