Il 1° gennaio 2013 è la data prevista per l'avvio dell'operatività di Carige Italia, ma, ad oggi, non è ancora stato raggiunto un accordo in merito alle ricadute in termini di carichi di lavoro, organizzazione e norme integrative. Su quest'ultimo aspetto le OO.SS. firmatarie, nell'ultimo comunicato, si sono limitate ad affermare che "…l'Intersas ha ribadito che ai colleghi di Banca Carige Italia dovrà essere applicato il CIA Carige e tutte le intese ad esso collegate".
Dato che in Carige non esiste un Accordo Quadro che tuteli i lavoratori e le lavoratrici in casi come questo, le domande che si pongono i colleghi/e sono molteplici: verrà applicato anche in Carige Italia il Contratto Integrativo esistente? Che cosa succederebbe se un domani Carige Italia venisse ceduta (in tutto od in parte?) Cosa succederebbe se si creassero degli esuberi?
Verrebbero riassorbiti a livello di Gruppo? (o ogni banca farebbe "regno a sé stante")? Quali saranno i livelli di pressione commerciale in Carige Italia? Che fine farà il Premio di Produttività per i colleghi delle diverse Banche del Gruppo ? A nostro avviso, alcuni passaggi delle slide "Progetto di Riorganizzazione del Gruppo Carige"
gettano sinistri dubbi circa l'occasione che riveste per la Banca Carige una siffatta riorganizzazione
in termini di "sacrifici umani". Si dichiara infatti l'intento di "Accelerare la crescita di masse e clienti
riducendo il costo di servizio per autofinanziare la crescita
" e "Per raggiungere livelli di redditività vicini a quelli pre-crisi sarà necessario – pur considerando la crescita inerziale del mercato ed un miglioramento dei costi del rischio – aumentare le performance del 25-30%:

  • Riducendo il costo di servizio
  • Aumentando la produttività commerciale".

In altri termini, questa operazione rischia di tradursi in un aumento dei carichi di lavoro, delle pressioni commerciali e nella riduzione dei costi. Per quest'ultimi, come ovvio, la parte del leone la faranno i costi del personale. Quel che potrebbe profilarsi è un notevole peggioramento delle condizioni di lavoro accompagnato da una riduzione della retribuzione annua.
Il tutto in un contesto nazionale dove le OO.SS. firmatarie stanno conducendo nelle varie banche trattative al ribasso, sotto il ricatto di esuberi e sotto la minaccia di scorpori di interi settori lavorativi e riduzioni di quote di salario dei dipendenti.
In questo contesto i lavoratori/lavoratrici della Categoria devono riflettere sull'importanza di non cedere a facili ricatti e sulla necessità di lottare per la difesa della qualità del lavoro e del potere di acquisto della retribuzione annua complessiva.
E' importante sapere che la passività porterà solo a perdere ulteriormente diritti, anche in un'area come quella del Gruppo Carige, autodefinitasi "una grande famiglia", ma all'interno della quale la politica dei figli e figliastri rischia di trovare terreno fertile.
Chiediamo, insieme, che l'avvio di Carige Italia apra al diritto dei lavoratori di veder riconosciuta una rappresentanza democraticamente eletta attraverso la costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie.
E' possibile, è necessario, costruire un'alternativa sindacale, attraverso il rafforzamento del sindacalismo di base e la partecipazione attiva di tutti i colleghi/e.


C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Banca Carige Spa

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