L'assemblea straordinaria, convocata per deliberare l'aumento di capitale, considerato il delicato momento che attraversa l'istituto, ha visto la partecipazione di solo tre ex CRR e gli interventi si sono limitati a quelli di Riccardo Dobrilla e di Sergio Fortunati.
Due sono le principali considerazioni che, a nostro giudizio, si possono trarre dalla giornata e che ci riguardano più da vicino.
La mancata svolta nelle strategie aziendali di fronte ad una crisi di sistema che non può certo considerarsi casuale e transitoria e le reiterate chiusure, nei confronti delle rivendicazioni avanzate dai lavoratori, sia gli ex CRR, per quanto attiene il loro Fondo pensioni,che che gli ex Capitalia, per la loro aspirazione ad essere considerati e trattati alla stessa stregua degli ex Unicredito;  il tutto mascherato, da una parte, con l'unico obiettivo indicato della ulteriore riduzione dei costi, ritenuta fondamentale dalla direzione, e dall'altra da aperture meramente formali e dilatorie, per altro legate al solo rapporto con i sindacati omologati.
La conduzione dell'assemblea è stata caratterizzata da interventi tesi a tacitare tutte le voci di dissenso o non in linea,  senza prendere nella debita considerazione i rilievi avanzati e con un fare che a tratti, nella sostanza, ha rasentato l'arroganza. Non sapremmo come altrimenti definire l'ostinazione nel continuare a presiedere in lingua inglese, ed in ogni situazione, l'assemblea di una società italiana che si teneva di fronte ad un uditorio, nella stragarande maggioranza, italiano. 
Non possiamo non rilevare come le interruzioni più pesanti siano state esercitate nei confronti dei nostri due interventi, con pressioni che sono apparse precostituite.
Per i peones della platea la consumazione del cibo è stata autorizzata solo dopo le 15 e 15.
Le risposte agli intervenuti, limitate ad una frettolosa lettura di quelle predisposte dagli uffici interni e reticenti sui quesiti più scomodi, in ordine alle problematiche da noi sollevate, hanno giustificato a priori ogni scelta sin qui operata ed in merito al ns. Fondo si sono ridotte ad un accenno ad una fantomatica commissione di studio predisposta con i sindacati.
Mentre in allegato è riprodotto il testo dell'intervento del Presidente del Comitato , il discorso di S. Fortunati, condotto a braccio, si è incentrato sulla necessità di abbandonare la logica dei meri investimenti finanziari per assumere quella dello sviluppo reale dell'economia e dei territori e partendo dall'analisi della crisi del '29 ha evidenziato le anologie con le bolle, immobiliare e dell' economia di carta, scoppiate in questi giorni e la ciclicità di questi episodi insita nel capitalismo finanziario. Ha affermato che l'unica possibilità di uscita dalla crisi di Unicredit è quella di coinvolgere i lavoratori mentre a nulla possono invece portare le politiche tendenti a scaricare la crisi dei banchieri sui lavoratori bancari.             
Ha concluso ammonendo e consiliando la ricostituzione del patrimonio del ns. Fondo pensioni in tempi brevi e in una misura accettabile dai lavoratori senza attendere la conclusione della vertenza legale per evitare maggiori contraccolpi futuri e per ripristinare un minimo di giustizia.

Ricordiamo a tutti l'attivo del primo martedì del mese, chiamato a prendere importanti decisioni, come sempre in via dell'aereoporto, 129  (fermata metrò Numidio quadrato) alle ore 18.

                                                       Comitato Fondo Pensioni Cassa di Risparmio di Roma

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