Nonostante persino certa stampa compiacente si presti ad esaltare il nuovo regime di orari (da ultimo uno stucchevole articolo sulla pagina torinese della Stampa del 7 maggio), i limiti dell'iniziativa sono evidenti, sia in termini di redditività, sia in termini di soddisfazione dei clienti, per i quali il giudizio è ben più articolato e problematico di quanto si voglia far credere; in quanto alla soddisfazione dei lavoratori, immaginiamo che ai vertici aziendali poco importi.

La nostra organizzazione viene discriminata ed esclusa dal tavolo di trattativa per la volontà congiunta di azienda e sindacati firmatari, ma noi riproponiamo le nostre richieste che, alla prova dei fatti, si rivelano sempre più fondate.
   
RIVEDERE GLI ORARI DI APERTURA
, limitandoli alla fascia 8,30 – 18,30, con mezz'ora per la quadratura/stacco dallo sportello, rispettando le norme del CCNL (ma dobbiamo sempre chiederlo noi???) che continuano a prevedere sei ore e trenta minuti di adibizione massima allo sportello e mezz'ora di stacco tra fine orario di sportello e fine dell'orario individuale.
Da rivedere l'apertura del sabato, che registra un'affluenza notevole ma risultati molto limitati come redditività. Allo stato attuale si assiste ad un inutile spreco di risorse e ad un autentico disastro proprio rispetto alla tanto decantata produttività. Le ricorrenti voci su un ritorno del vecchio orario per agosto confermano che così non si può andare avanti, fermo restando che gli orari estesi sono stati incautamente accettati nel rinnovo del CCNL da sindacati che non avevano nessun mandato dai lavoratori in tal senso.

AUMENTARE GLI ORGANICI delle filiali interessate, recuperando risorse dalle filiali accorpate, accelerando i rientri dai poli di Back Office e, magari, assumendo subito nuove risorse, a fronte del numero di uscite per esodi.
Già adesso, senza le criticità del periodo estivo, si assiste a filiali deserte dove i clienti vengono "palleggiati" tra i colleghi presenti; aumentano le pratiche inevase; aumentano le attese.
Rispondere al telefono diventa un problema: bisogna individuare il turno del collega assente.
Non tutti possono venire su appuntamento e chi entra in banca vorrebbe essere servito. Tutti i giorni si regalano all'azienda ore di lavoro. Aumenta l'insoddisfazione da parte di tutti.

RIPRISTINARE LE REGOLE SULL'ADIBIZIONE ALLE CASSE. Il progetto studiato sulla carta, di adibizione massima di sei ore alla cassa per ogni operatore per recuperare tempo a fini commerciali, si è rivelato l'ennesimo sogno irrealizzabile.
In compenso si assiste al venir meno di ogni regola e ogni filiale sta interpretando la richiesta di aumento di redditività a suo piacimento. Vi sono realtà dove ai cassieri vengono riconosciute sei ore di indennità di cassa a fronte di un'adibizione individuale per tutto l'orario. In altre si assiste al paradosso per cui, dopo aver invitato i clienti in banca dalle otto del mattino alle otto di sera, si cerca poi di restringere l'operatività delle casse e di evitare l'esborso-introito valori a partire da una certa ora (16,30/17,00). C'è persino chi si improvvisa cassiere dopo anni che non lo fa e senza la copertura assicurativa.
C'è l'esigenza di una maggior omogeneità e chiarezza che metta in condizione i colleghi di lavorare in sicurezza e con tutte le tutele necessarie e comunque rispettando la normativa in vigore. Se l'azienda ha intenzione di finalizzare l'estensione degli orari solo a obiettivi commerciali, lo dica chiaramente, altrimenti rispetti le regole.

Sarebbe ora di affrontare seriamente il tema dello STRESS LAVORO CORRELATO evitando di far finta che questo sia un problema che non ci riguarda: il nuovo regime di orari rappresenta un autentico museo degli orrori rispetto a questa normativa.

Un suggerimento sempre valido è quello di rispettare la normativa, gli orari e il buon senso e sarà nostra cura monitorare le situazioni e far valere in ogni sede il rispetto delle regole.
E' nostro preciso dovere di sindacato denunciare lo scempio che accade davanti ai nostri occhi: per noi è fondamentale la qualità del servizio, centrata a sua volta sul presidio e lo sviluppo dell'occupazione, perchè, se le cose vanno male, per i top manager sarà facile scaricare sui lavoratori il costo dei loro errori, dichiarando un po' di esuberi. Per loro, invece, ci sarà sempre qualche ricco ed indecente sistema incentivante, come i 18 milioni di Euro deliberati dalla recente assemblea degli azionisti per premiarli per questa bella gestione!

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Intesa Sanpaolo

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