Archivio Vecchio Sito - Page 64
Nella brughiera di Bellinzago Novarese c'è la seconda area d'addestramento terrestre d'Italia.
Addestramento militare significa allenarsi a fare la guerra, cioè ad uccidere.
Nella Caserma Babini di Bellinzago Novarese si fa la logistica per le truppe di pronto intervento NATO di Solbiate Olona.
Chi prepara le munizioni aiuta chi si prepara ad uccidere. Chi si occupa di carburanti e di
trasporto di truppe e di mezzi contribuisce attivamente alle stragi di tutte le guerre.
A sud di Bellinzago Novarese c'è l'aeroporto di Cameri.
determinati alla manifestazione contro le basi militari, contro le fabbriche di
armi e di morte, contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti.
SABATO 19 MAGGIO ALLE 15
Piazza della Stazione Ferroviaria Novara
Questo bollettino esce con un certo ritardo, dopo l'apparizione dell'atteso elenco di filiali vendute per le norme dell'antitrust. Di questo parliamo in un apposito comunicato.
Ecco le ultime vicende "ordinarie".
Accentramento back office. E' stato annunciato l'avvio del processo di accentramento dei back office di filiali imprese e retail nei poli. La riteniamo la classica operazione di razionalizzazione per risparmiare sui costi, che produrrà effetti negativi per lavoratori e clientela.
Verificheremo se verranno rispettati gli impegni assunti dall'azienda, di tenere conto delle situazioni personali e familiari dei colleghi da trasferire e di dar vita a nuovi poli oltre ai 15 (più quello in formazione di Padova) esistenti.
Età pensionabile. Attendiamo gli sviluppi del caso delle colleghe che hanno compiuto 60 anni, che (quando vigeva un'altra prassi) non avevano formalizzato sei mesi prima la volontà di restare al lavoro e sono state lasciate a casa dall'oggi al domani. Anche i nostri legali attendono. ….
Si avvicina la scadenza del 30 giugno e con essa la necessità di effettuare la scelta se mantenere il TFR o consegnarlo ai Fondi Pensione. La campagna di vendita è partita in grande stile e diventa urgente esprimere il nostro orientamento in merito a questa importante decisione.
La CUB ha sempre ribadito la propria opposizione alla previdenza integrativa privata ed in particolare il rifiuto al conferimento del TFR per motivazioni fondamentali che qui è bene richiamare:
– il conferimento del TFR capovolge il rapporto contributivo esistente nella previdenza pubblica (8% lavoratore – 25% azienda) per trasformarlo in un meccanismo quasi totalmente a carico del dipendente (nella maggior parte dei settori il lavoratore versa il 6,91% corrispondente al TFR + un contributo attorno all'1% – l'azienda un contributo di circa l'1%);
– la disponibilità del TFR è totale alla fine del periodo lavorativo, mentre il Fondo pensione può essere riscattato come capitale solo al 50%, mentre l'altro 50% diventa rendita vitalizia; solo i "vecchi iscritti ai vecchi fondi" conservano la possibilità di riscattare tutto;
Bruttissimo accordo per i lavoratori venduti a Friuladria.
I sindacati "trattanti" si arrendono senza lottare. Un'altra conclusione è possibile.
Con l'uscita dell'elenco delle filiali in vendita in base alle disposizioni dell'Antitrust, si conosce ora il quadro, più o meno, definitivo dei punti operativi ex Intesa ed ex Sanpaolo oggetto di cessione. (altro…)
Il 29 giugno 2006, il Ministro Giuseppe Fioroni presentando il suo programma, fra l'altro, dichiarava: "È certo, comunque, che il sistema educativo non può più sopportare tagli indiscriminati, (omissis). È anche insostenibile, per la dignità stessa del ruolo dell'istruzione pubblica, che ci si debba rivolgere, in molte realtà, al contributo economico delle famiglie per far fronte alle spese di ordinario funzionamento, (omissis). Perfino per la retribuzione delle commissioni degli esami di maturità, ho trovato una situazione che non esito a definire scandalosa, di prolungata non assegnazione delle risorse necessarie. Una situazione di questo tipo….deve trovare rimedio."
Dieci mesi dopo facciamo i conti con questi "rimedi":
– con una legge finanziaria che taglia decine di migliaia di posti di lavoro nella scuola;
– con una legge sulle donazioni che accresce esponenzialmente la ricerca di finanziamenti privati da parte delle scuole;
– alla non retribuzione di decine di migliaia di precari che si aggiunge, in peggio, alla scandalosa situazione delle commissioni di esame di maturità;
– con proposte governative per quanto riguarda il contratto che non prevedono nemmeno la copertura dell'inflazione visto che, per il 2006, non c'è nulla e che i, limitati, aumenti verranno, nella migliore delle ipotesi, corrisposti dal 2008.
Per chiedere conto di queste ed altre bugie
venerdì 18 maggio alle 18
ci troviamo
in Via Palazzo di Città 26/b
di fronte alla sede della Margherita
ADESSO BASTA
Continua l'incredibile commedia delle buste paga errate dei dipendenti ex Sanpaolo.
Anche ad Aprile gli errori sono stati numerosi, mentre molte correzioni attese non sono state realizzate.
Il vero problema non è solo capire se l'azienda in questo bailamme ci stia perdendo o guadagnando. E' che, comunque, ci pare inaccettabile il fatto che non venga garantito il diritto alla certezza della propria retribuzione.
I colleghi continuano ad interrogarsi se la busta ricevuta è giusta, anche perché, se la differenza rispetto ai mesi passati è evidente, si può tentare di trovare l'errore. Se, invece, la differenza è minima nascono i dubbi sulla sua natura: effetto delle nuove aliquote e detrazioni fiscali, o dei calcoli impazziti delle nuove procedure?
L'unica certezza è che le buste paga, così rapidamente sottratte a chi le sapeva fare, sono oggi preparate dalla nuova azienda (con l'aiuto di programmi informatici esterni), che dimostra ampiamente di non essere in grado di gestire la situazione. (altro…)
Lo abbiamo sempre sostenuto, lo ribadiamo ancora: siamo contrari al nepotismo. Riteniamo che le quote "di riserva" per i figli dei dipendenti siano un privilegio iniquo nei confronti di migliaia di giovani, in particolare nel Meridione, che soffrono e subiscono una condizione di inoccupazione consolidata, irreversibile e umiliante.
Comunque, facendo seguito all'accordo sulle uscite volontarie, le procedure selettive sono partite e, stando ad un comunicato delle sigle trattanti, su quasi 1.300 figli dei dipendenti selezionati, 656 hanno superato la prima prova. Di questi, circa 300 hanno già affrontato la seconda prova e 110 l'hanno superata. A loro si aggiungono 128 "esterni", che hanno superato a loro volta la seconda prova.
Per capire meglio questi numeri, va detto che, a fronte di 2.458 colleghi che hanno aderito al Fondo esuberi o accettato di andare in pensione, le assunzioni previste dall'azienda sono circa 260.
Questo conferma le nostre critiche all'accordo, che regalava all'azienda una fuoriuscita importante di lavoratori (ancorché volontaria) a fronte di assunzioni in numero molto limitato.
NIENTE DI BUONO DA COMMENTARE
– Buste paga dei dipendenti ex-Sanpaolo. Siamo sconcertati dal volantino dei sindacati trattanti, che ricorda le voci della busta paga su cui sono stati rilevati errori. Si faceva prima a dire quali voci sono esatte. Non riteniamo tollerabile questa situazione, perché i lavoratori hanno diritto alla certezza della retribuzione. Se a marzo si ripeteranno i soliti errori, chiediamo, sin d'ora, alla delegazione trattante di rivendicare il ritorno della preparazione delle buste paga all'ufficio competenze del Sanpaolo, che continua a farlo per altre banche del gruppo.
– Assemblee. Il primo accordo della nuova banca ha riguardato le relazioni sindacali. Il comunicato sindacale riportava, tra i vari punti, "l'estensione del diritto di partecipazione alle assemblee ai lavoratori delle filiali con meno di 5 addetti". Bene, ci siamo detti, finalmente un accordo da commentare positivamente per i lavoratori. Peccato che la lettura del testo del protocollo abbia deluso le nostre aspettative, poichè così recita: "nelle unità produttive che occupino meno di cinque dipendenti, l'Azienda valuterà la possibilità di consentire la partecipazione dei lavoratori, nel limite di cinque ore annue, alle assemblee indette…." e neanche per tutte le materie. Sono parole che non si prestano ad equivoci. Hanno cercato di presentarci una vittoria che non c'è stata? (altro…)
Il Sanpaolo Banco di Napoli ha sanzionato con il biasimo scritto il dirigente nazionale del sindacato di base Cub-Sallca, Franco Di Mauro.
La "colpa", di cui si sarebbe macchiato, è quella di aver spedito ad un elenco di persone, usando la posta elettronica aziendale, l'avviso dello sciopero generale del 17 novembre scorso del sindacalismo di base, violando così, secondo la banca, il divieto di usare gli strumenti aziendali per scopi personali.
Non sappiamo se definire il provvedimento arrogante o grottesco. (altro…)
Sono passati circa due anni dalla firma dell'ultimo contratto nazionale: era il febbraio del 2005 e, dopo pochi mesi, il contratto appena rinnovato sarebbe nuovamente scaduto.
In quell'occasione ci ritrovammo a criticare la firma del contratto con l'insolita compagnia della Fabi, che, con argomenti non coincidenti con i nostri, si schierò contro.
Sapevamo già che l'opposizione della Fabi era "tattica", dovuta a litigi con le altre sigle e non a scelte di fondo alternative.
Subito dopo, infatti, il sindacato autonomo (che si sarebbe successivamente federato alla Cisl) firmava il contratto (prima criticato) per adesione, adducendo a motivo di tale scelta la possibilità di disdirlo, subito dopo la scadenza di dicembre 2005, presentando una nuova piattaforma e acquisendo così, per i lavoratori, l'indennità di vacanza contrattuale.
Lo scenario delineatosi nel 2006 è stato completamente diverso.
La Fabi è rientrata nei ranghi, le sigle sindacali si sono ricompattate, anzi si è costituito il mitico tavolo a nove (l'ennagono), con dentro tutte le sigle (esclusa la nostra) confederali e autonome, di destra e di sinistra, di sopra e di sotto.
A dire il vero, noi abbiamo provato ad interloquire con gli altri sindacati, nella fase di costruzione del tavolo, pur sapendo che le distanze erano notevoli, ma almeno sulle regole democratiche si poteva tentare un approccio. Ricordiamo che siamo l'unico settore a non avere mai eletto le Rappresentanze Sindacali Unitarie – RSU.