acquapubblica_adesivo2Raccolta firme per i referendum contro la privatizzazione dell'acqua
Martedì 8 Giugno
dalle ore 12,00 alle 15,00 in P.zza S.Carlo 156 a Torino
(davanti alla sede di Intesa Sanpaolo!)

La Cub Piemonte è tra i promotori, insieme ad altri sindacati, associazioni, comitati della CAMPAGNA REFERENDARIA PER L'ACQUA PUBBLICA.

Di seguito il testo del Forum italiano dei movimenti per l'acqua.

Perché un referendum?

Perché l'acqua è un bene comune e un diritto umano universale. Un bene essenziale che appartiene a tutti. Nessuno può appropriarsene, né farci profitti. L'attuale governo ha invece deciso di consegnarla ai privati e alle grandi multinazionali. Noi tutte e tutti possiamo impedirlo.

Mettendo oggi la nostra firma sulla richiesta di referendum e votando SI quando, nella prossima primavera, saremo chiamati a decidere. E' una battaglia di civiltà. Nessuno si senta escluso.

Perché tre quesiti?

Per eliminare tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell'acqua. Per togliere l'acqua dal mercato e i profitti dall'acqua.

Cosa vogliamo ?

Vogliamo restituire questo bene essenziale alla gestione collettiva. Per garantirne l'accesso a tutte e tutti.

Per tutelarlo come bene comune. Per conservarlo per le future generazioni. Vogliamo una gestione pubblica e partecipativa.

Perché si scrive acqua, ma si legge democrazia.

Quale scenario dai referendum?

L'approvazione dei tre quesiti rimanderà, per l'affidamento del servizio idrico integrato, al vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.

Renderà possibile il ricorso alle aziende speciali o ad enti di diritto pubblico che qualificano

il servizio idrico come servizio di interesse generale, senza profitti nella sua erogazione. Verrebbero poste le premesse migliori per l'approvazione della legge d'iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini.

E si riaprirebbe la discussione e il confronto su un nuovo modello di pubblico, che è tale solo se costruito sulla democrazia partecipativa, il controllo democratico e la partecipazione diretta dei lavoratori, dei cittadini e delle comunità locali.

Primo quesito: fermare la privatizzazione dell'acqua.

«Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall'art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europee" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»

E' l'ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce che la gestione del servizio idrico è affidata a soggetti privati attraverso gara, oppure a società a capitale misto pubblico-privato il cui socio privato, scelto attraverso gara, detenga almeno il 40% del capitale.

Questa norma mette definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che non hanno ancora proceduto ad affidamento, o che hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, a meno che non si trasformino in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste quotate in Borsa, le quali, per poter mantenere l'affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.

Abrogare questa norma significa contrastare l'accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.

Secondo quesito: aprire la strada della ripubblicizzazione.

«Volete voi che sia abrogato l'art. 150 (Scelta della forma di gestione e procedure di affidamento) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", come modificato dall'art. 2, comma 13 del decreto legislativo n. 4 del 16 gennaio 2008?» L'articolo definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.

La sua abrogazione toglie l'obbligo di ricorrere alla gara, o all'affidamento della gestione a società di capitali, e favorisce il percorso verso l'obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Darebbe inoltre ancor più forza a tutte le rivendicazioni per la ripubblicizzazione in corso in quei territori che già da tempo hanno visto il proprio servizio idrico affidato a privati o a società a capitale misto.

Terzo quesito: eliminare i profitti dal bene comune acqua.

«Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?»

Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza.

Si chiede di abrogare la norma che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio. Abrogando questa parte dell'articolo sulla norma tariffaria, si eliminerebbe il "cavallo di Troia" che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici e avviato l'espropriazione alle popolazioni di un bene comune e di un diritto umano universale.

Forum italiano dei movimenti per l'acqua

http://www.acquabenecomune.org/

 

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.

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