Il 3 ottobre è stato firmato l'accordo sulla nuova cassa sanitaria di gruppo.
Il testo completo (in allegato) consta di 55 pagine e richiede un'analisi attenta ed approfondita.
I toni trionfalistici del volantino dei sindacati firmatari ci sembrano esagerati e sarebbe opportuna una riflessione più meditata.
Il comunicato di varie associazioni pensionati, che riproduciamo sotto e che è uscito su Stampa e Corriere della Sera del 30 settembre, ci ricorda che la delicata questione della parità di trattamento per i pensionati (garantita nella Cassa di Intesa) è molto importante. La formale separazione della gestione tra attivi e pensionati, nella nuova cassa, potrebbe, in tempi non troppo lunghi, mettere in discussione la parità di prestazioni.
Sotto questo aspetto, anche l'assorbimento delle "riserve" dei fondi delle varie banche esistenti prima di Intesa desta notevoli perplessità.
Torneremo al più presto su questi temi, affinchè le annunciate "assemblee capillari" Possano essere un momento di valutazione dell'accordo con elementi di conoscenza sufficienti.
Ecco il testo delle associazioni pensionati:


INTESASANPAOLO: BANCA ETICA ATTENTA AL SOCIALE?

L'assistenza sanitaria integrativa si appresta a salutare la nascita di uno dei più consistenti Fondi Sanitari: quello della galassia Intesasanpaolo, con l'ambizioso obiettivo di raccogliere circa duecentomila assistiti, assorbendo l'attività delle
diverse Casse Sanitarie preesistenti.
Lodevole iniziativa, se non fosse gravemente inquinata dalla dichiarata intenzione di penalizzare i Colleghi in pensione, discriminando quindi coloro che maggiormente di tale assistenza hanno bisogno.
Vengono così cancellati, senza battere ciglio, sacrosanti principi di solidarietà e mutualità che avevano caratterizzato gli organismi similari sinora operanti nel Gruppo risalenti, in taluni casi, ad oltre sessant'anni addietro, escludendo da ogni trattativa i Rappresentanti dei Pensionati.
Trattasi di un'operazione inaccettabile, posta in essere di concerto fra Azienda e Sindacati (ben undici) dei quali solo la CGIL, attraverso lo SPI – Sindacato Pensionati Italiani -, ha fatto sentire la propria voce, del tutto inascoltata dalla delegazione che tratta.
E' lecito chiedersi come mai alcuni altissimi Esponenti della Banca, noti per aver lungamente scritto e parlato di morale, etica, rispetto della Persona e quant'altro, siano così distratti mentre i loro Dirigenti fanno carta straccia di tali principi.
Ci si chiede altresì come la controparte, costituita dalle Organizzazioni Sindacali, non esiti a aderire, senza indugio né pudore, ad un accordo gravemente discriminatorio verso la categoria fisiologicamente più debole. Questo senza che i pensionati, ai quali s'impone un contributo annuo al nuovo organismo pari al 3% della pensione lorda, siano minimamente rappresentati nelle trattative.
I presupposti sono l'istituzione di condizioni già inizialmente poco eque, con la previsione di meccanismi peggiorativi, volti ad indurre il Personale in quiescenza a rinunciare all'assistenza integrativa. Il tutto a beneficio degli iscritti in attività, che potranno addirittura accumulare avanzi di gestione per il futuro, oltre ad ereditare le riserve accumulate dagli attuali pensionati e giacenti nelle casse degli organismi preesistenti.
Per concludere, siamo dinnanzi alla poco nobile rottura del patto di solidarietà fra generazioni, perpetrata abusivamente da parte di Fonti Istitutive non rappresentative di tutti i Destinatari; per non parlare poi di ETICA o di MORALITA' che, in questo come in altri precedenti casi, appaiono del tutto avulse dal contesto.

ASS. PENSIONATI CARIPLO ASS.PENS.ESODATICOMIT
UNIONE PENSIONATI COMIT ASS. PENSIONATI SANPAOLO

testo pubblicato il 30 settembre 2010, a spese delle Associazioni, su
IL CORRIERE DELLA SERA – LA STAMPA

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