L'introduzione dei nuovi orari (8-20 o addirittura 7-22 con accordo sindacale) col rinnovo del CCNL era stato giustificato con l'esigenza di creare nuove opportunità per l'occupazione.
Ora che Intesa Sanpaolo fa da battistrada nell'applicazione dei nuovi orari la giustificazione è diventata che si devono riassorbire gli esuberi delle filiali che sono state/verranno chiuse.
Già da questa premessa la sensazione di presa in giro diventa forte, tanto più se si aggiunge che le prime filiali "sperimentali" sono partite senza incremento di organico, mentre l'anticipo sui tempi di uscita dei lavoratori esodati non è certo stato d'aiuto.
In queste condizioni e con dei modelli di turnazione a dir poco surreali, la partenza non poteva che essere in salita e ci voleva poco a prevederlo. Vediamo alcune incongruenze del "progetto". Orario di sportello e orario di lavoro individuale coincidono. Constatiamo che risulta misteriosamente scomparsa la norma dell'art 97 del contratto nazionale precedente (che non è stata cancellata) che prevedeva lo stacco minimo di mezz'ora tra fine orario di sportello e fine orario individuale: una deroga implicita al CCNL contenuta nell'accordo del 19 ottobre? In questo caso complimenti ai firmatutto!
Sta di fatto che spariscono i 10 minuti tra chiusura degli sportelli al mattino e uscita per la pausa pranzo e spariscono i 40 minuti tra chiusura pomeridiana e fine dell'orario di lavoro. Le casse devono quadrare in 15 minuti, operazione tecnicamente fattibile solo dove sono installati i cash in-cash out ed a patto che non ci sia nessun cliente un secondo dopo la fine dell'orario di cassa.
Tutto questo crea il paradosso che, allo scadere del tempo, andrebbero avviate simultaneamente le seguenti azioni: congedare cortesemente il cliente ancora presente allo sportello (anche con l'operazione a metà), spegnere il computer (per chi fa consulenza) o avviare la quadratura alla velocità dei meccanici di Formula 1 al
pit-stop (per chi fa cassa) e chiudere la filiale.
Nel caso delle Aree Professionali, poi, come ci informava una comunicazione sull'Intranet aziendale del 27 dicembre 2012, se qualcuno senza autorizzazione preventiva per il lavoro straordinario si attardasse nei locali della banca oltre l'orario, potrebbe essere sanzionato!
In questa situazione sono prevedibili forti pressione sui Quadri Direttivi per supplire al divieto di straordinario delle Aree Professionali. Raccomandiamo ai Quadri Direttivi di non prestarsi a questo gioco: fatte salve le regole di flessibilità e autogestione, il loro orario, in linea di massima, è correlato a quello delle Aree Professionali e non è dilatabile senza limiti.
Ma se le cose segnalate finora suonano come una beffa per i lavoratori, anche i clienti, le cui aspettative per i nuovi orari sono elevate, potranno trovare sgradevoli sorprese perchè l'estensione dell'orario a parità di organico creerà non pochi disservizi mentre da subito diventa complicata la gestione dei turni e della stessa procedura Intesap
Queste facili previsioni sono state subito confermate nelle filiali partite per prime (in un periodo senza scadenze e con rare assenze per ferie), senza considerare la disinvoltura con cui vengono trattati i problemi di sicurezza: prima i bancomat dovevano tassativamente essere quadrati fuori orario di sportello, adesso è sufficiente fare quest'operazione non negli stessi giorni e non negli stessi orari!!!
Sconcerta l'atteggiamento dei sindacati firmatari che fingono di stupirsi per problemi che deriverebbero solo da incomprensibili "rigidità" aziendali, dopo che loro hanno fatto di tutto per migliorare le norme del contratto nazionale, quasi che quel contratto nazionale l'avesse firmato qualcun altro.
Concordiamo nel censurare l'arroganza della dirigenza aziendale, ma non si può dimenticare che la controparte fa quello che vuole perchè gli è stato concesso con gli accordi firmati.
Naturalmente non riteniamo che l'argomento dovesse essere tabù, ma se si voleva intervenire sugli orari andava prima richiesto il mandato dei lavoratori (nel metodo) e poi evitate estensioni d'orario indiscriminate, irragionevoli e senza regole (nel merito). In ogni caso un'apertura di un paio di ore in più rispetto all'orario normale, limitata alla consulenza, sarebbe apparsa più che sufficiente per incontrare le esigenze dei clienti, senza stravolgere tutta l'organizzazione del lavoro.
Oggi appare evidente che l'esperimento non può funzionare, se non con un incremento dell'organico delle filiali coinvolte (ma anche uffici di Area e di ISGS sono coinvolti), ripristinando tempi decenti per le quadrature e concedendo la possibilità di respirare tra la fine dell'orario di sportello e la fine dell'orario di lavoro individuale: anche i gestori/consulenti hanno necessità di sistemare sospesi e pratiche amministrative senza i clienti davanti a
fine giornata.
Solo in questo modo il mitico contemperamento dei tempi di vita e dei tempi di lavoro potrebbe avere qualche possibilità di realizzarsi, limitando i disagi dei lavoratori. E' anche l'unico modo perché i nuovi orari possano avere un effettivo ritorno in termini di redditività.
Nell'immediato l'unico suggerimento che possiamo dare ai colleghi coinvolti è il rispetto rigoroso degli orari, delle pause ed in generale delle regole.
Non capiamo a che gioco stia giocando la dirigenza di questa banca, che sembra stia facendo di tutto per aumentare i disservizi e mandare tutto in malora. Possiamo impedirglielo solo denunciando questa gestione dissennata e chi se ne rende complice e corresponsabile.

C.U.B.-S.A.L.L.C.A.
Gruppo Intesa Sanpaolo

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