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FILIALI CEDUTE: ASSEMBLEA DI NAPOLI


BREVE RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA
CON LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI DELLE FILIALI "CEDUTE" DI NAPOLI E PROVINCIA

Napoli 30 maggio 2007 

Partecipano all'assemblea circa 25 persone delle 90 contattate, quasi tutte appartenenti alle filiali cedute area Napoli.

La relazione introduttiva, dopo una breve storia del Sallca-Cub e della nostra prassi sindacale (lotta e azioni legali), si centra sulle probabili strade da percorrere in questa fase: esercizio del diritto d'opzione attraverso le cause – dopo la firma della lettera di richiesta di reintegro nell'azienda di provenienza – e la proclamazione di uno sciopero come giusta conseguenza della situazione.

In sintesi, si ritiene di dover affermare il principio di volontarietà dei lavoratori che possono scegliere se restare nell'azienda di origine o trasferirsi in quella che acquista ottenendo le adeguate tutele ed eventualmente incentivi anche economici.

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FILIALI CEDUTE: ASSEMBLEA DI TORINO


BREVE RESOCONTO DELL'ASSEMBLEA
CON LE LAVORATRICI ED I LAVORATORI DELLE FILIALI "CEDUTE" DI TORINO E PROVINCIA

Mercoledì 23 maggio si è svolta la prevista assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori delle filiali cedute di Torino e provincia organizzata dalla Cub-Sallca. 

Nella relazione introduttiva abbiamo presentato le nostre proposte, già riassunte nel volantino "Filiali cedute, è ora di mobilitarsi".

In rapida sintesi, noi riteniamo di dover affermare il principio di volontarietà dei lavoratori che devono poter scegliere se restare nell'azienda d'origine o trasferirsi in quella che acquista la filiale, ottenendo adeguate tutele ed incentivi anche economici.
Naturalmente non sarà agevole imporre questa posizione all'azienda, ma riteniamo di dover percorrere questa strada usando due strumenti: quello della lotta sindacale e quello legale.

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FUSIONE INTESA SANPAOLO: DAVVERO NON SI PUO? FARE NIENTE?

E' passato quasi un anno da quando è stata ufficializzata la fusione tra Intesa e Sanpaolo. Il clima lavorativo è peggiorato, le provocazioni aziendali sono continue, i contratti vengono svuotati o disattesi, 400 filiali sono state o saranno vendute.

I sindacati trattanti ci dicono di stare tranquilli: tutto è sotto controllo. A noi non sembra proprio.

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FUSIONE UNICREDITO-CAPITALIA: NELL?INTERESSE DI CHI?

Volantino pdf  

Come commentammo già in occasione della fusione tra Intesa e SanpaoloImi, la programmata maxifusione tra Unicredito e Capitalia si inserisce nel percorso di operazioni di accorpamento avviato dal 1990, dopo la privatizzazione delle banche pubbliche, oggi accelerato dopo l'arrivo di Draghi come governatore di Banca d'Italia.

I plausi di gran parte del mondo politico, per la nascita di un nuovo "campione del credito", sembrano celare la realtà dell'ennesima aggregazione imposta più da logiche di speculazione finanziaria che da progetti di crescita di lungo respiro.

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