Archivio SALLCA CUB - Page 54
NIENTE DI BUONO DA COMMENTARE
– Buste paga dei dipendenti ex-Sanpaolo. Siamo sconcertati dal volantino dei sindacati trattanti, che ricorda le voci della busta paga su cui sono stati rilevati errori. Si faceva prima a dire quali voci sono esatte. Non riteniamo tollerabile questa situazione, perché i lavoratori hanno diritto alla certezza della retribuzione. Se a marzo si ripeteranno i soliti errori, chiediamo, sin d'ora, alla delegazione trattante di rivendicare il ritorno della preparazione delle buste paga all'ufficio competenze del Sanpaolo, che continua a farlo per altre banche del gruppo.
– Assemblee. Il primo accordo della nuova banca ha riguardato le relazioni sindacali. Il comunicato sindacale riportava, tra i vari punti, "l'estensione del diritto di partecipazione alle assemblee ai lavoratori delle filiali con meno di 5 addetti". Bene, ci siamo detti, finalmente un accordo da commentare positivamente per i lavoratori. Peccato che la lettura del testo del protocollo abbia deluso le nostre aspettative, poichè così recita: "nelle unità produttive che occupino meno di cinque dipendenti, l'Azienda valuterà la possibilità di consentire la partecipazione dei lavoratori, nel limite di cinque ore annue, alle assemblee indette…." e neanche per tutte le materie. Sono parole che non si prestano ad equivoci. Hanno cercato di presentarci una vittoria che non c'è stata? (altro…)
Il Sanpaolo Banco di Napoli ha sanzionato con il biasimo scritto il dirigente nazionale del sindacato di base Cub-Sallca, Franco Di Mauro.
La "colpa", di cui si sarebbe macchiato, è quella di aver spedito ad un elenco di persone, usando la posta elettronica aziendale, l'avviso dello sciopero generale del 17 novembre scorso del sindacalismo di base, violando così, secondo la banca, il divieto di usare gli strumenti aziendali per scopi personali.
Non sappiamo se definire il provvedimento arrogante o grottesco. (altro…)
Sono passati circa due anni dalla firma dell'ultimo contratto nazionale: era il febbraio del 2005 e, dopo pochi mesi, il contratto appena rinnovato sarebbe nuovamente scaduto.
In quell'occasione ci ritrovammo a criticare la firma del contratto con l'insolita compagnia della Fabi, che, con argomenti non coincidenti con i nostri, si schierò contro.
Sapevamo già che l'opposizione della Fabi era "tattica", dovuta a litigi con le altre sigle e non a scelte di fondo alternative.
Subito dopo, infatti, il sindacato autonomo (che si sarebbe successivamente federato alla Cisl) firmava il contratto (prima criticato) per adesione, adducendo a motivo di tale scelta la possibilità di disdirlo, subito dopo la scadenza di dicembre 2005, presentando una nuova piattaforma e acquisendo così, per i lavoratori, l'indennità di vacanza contrattuale.
Lo scenario delineatosi nel 2006 è stato completamente diverso.
La Fabi è rientrata nei ranghi, le sigle sindacali si sono ricompattate, anzi si è costituito il mitico tavolo a nove (l'ennagono), con dentro tutte le sigle (esclusa la nostra) confederali e autonome, di destra e di sinistra, di sopra e di sotto.
A dire il vero, noi abbiamo provato ad interloquire con gli altri sindacati, nella fase di costruzione del tavolo, pur sapendo che le distanze erano notevoli, ma almeno sulle regole democratiche si poteva tentare un approccio. Ricordiamo che siamo l'unico settore a non avere mai eletto le Rappresentanze Sindacali Unitarie – RSU.
L'assemblea svoltasi il 26/2, a Torino, al Teatro Colosseo, con la partecipazione di oltre 3.000 lavoratori Intesa Sanpaolo, ha avuto ampia risonanza nazionale e locale. Tuttavia la grande partecipazione dei lavoratori e la voglia di mobilitarsi per ottenere garanzie concrete nel processo di fusione non sembra avere per nulla cambiato la linea attendista dei nove sindacati che gestiscono la trattativa. Nei vari interventi dei lavoratori saliti sul palco è emersa con forza la voglia di fare qualcosa subito e, soprattutto, di cominciare a discutere democraticamente di una piattaforma comune che unifichi gli interessi di tutti gli addetti coinvolti dalla costituzione della superbanca.
Sono passati pochi giorni dal parziale smantellamento della Tesoreria comunale di Torino, in Via Bellezia, e già iniziano i problemi: telefoni che squillano a lungo, utenza che non trova più gli abituali interlocutori, il Comune che non ha più i pronti riscontri alle proprie quotidiane richieste.
Onde ovviare a tutti questi inconvenienti, alcuni dei lavoratori traslocati in Via Nizza, a giorni alterni, devono ritornare in Via Bellezia. Che senso ha tutto questo? Non si poteva lasciare tutto come era da oltre 30 anni? Cosa si pensava di ottenere?
In Via Nizza 150 dove si trovano uffici che svolgono il servizio di Tesoreria Enti, le cose non vanno meglio. L'assurdo accentramento di migliaia di enti di mezza Italia comincia a dare i suoi frutti negativi: disguidi operativi, stress dei lavoratori, lamentele degli enti. (altro…)
L'assemblea cui sono chiamati i lavoratori della provincia di Torino della "Superbanca" il 26/2 è a metà tra uno sciopero ed una manifestazione pubblica. Ci sembra arduo convocare 6000 persone in uno spazio che ne può contenere al massimo 1500 e poi pensare di aprire un confronto reale. Tuttavia occorre partire anche da qui per riflettere, agire, spronare. La fusione è stata annunciata 6 mesi fa. I primi tre mesi hanno visto la totale latitanza dei nove sindacati raggruppati nel blocco, mentre Intesa annunciava la vendita a Credit Agricole di 193 sportelli, insieme a Cariparma e Friuladria (7000 lavoratori totali).
Una premessa necessaria. Sono Claudio Bettarello ed il mio è un intervento di carattere collettivo a nome del Sallca-Cub, il sindacato di base.
Abbiamo scelto questa modalità (al posto di prenotare 4 o 5 interventi) perché riteniamo di avere il diritto/dovere di dire la nostra anche in questa occasione ma condividiamo l'obiettivo di lasciare ampio spazio ai lavoratori ed al dibattito. Quindi sforerò solo di qualche minuto.
Non c'e' tempo e comunque non riteniamo nemmeno utile in questa occasione entrare nel merito delle cose dette nella relazione.
Così come non riteniamo utile sottolineare ancora una volta le differenze, vistose peraltro, che ci sono state fin dall'inizio di questa vicenda (fin dalla firma che continuiamo a ritenere affrettata del Fondo Esuberi) tra le posizioni del sindacato di base e quelle delle 9 sigle (l'ennagono).
Crediamo che le lavoratrici ed i lavoratori, soprattutto di Torino e provincia, abbiano tutti gli elementi di giudizio necessari e comunque restano i nostri volantini e le tante iniziative che abbiamo fatto e delle quali siamo molto orgogliosi.
Mi chiamo Raffaella Amicucci sono una sindacalista della CUB/SALLCA, ex dipendente COMIT.
Intervengo per raccontarvi dal mio punto di vista, sicuramente condiviso da molti altri lavoratori e lavoratrici, il nostro vissuto di sei anni, da quando fu incorporata la Comit in INTESA
Il mio intervento, pur riferendosi a esperienze micidiali per i diritti e la dignità dei colleghi, non è certo fatto per accrescere le vostre giustificatissime preoccupazioni, ma -al contrario- per sostenere che l'unità di tutti lavoratori e di tutte le OOSS presenti in INTESA SANPAOLO, senza discriminazioni, può far capire subito a Passera, Bazzoli e MICHELI che questa grande banca non possono costruirla solo per rimettersi in tasca favolose stock option, ma devono rispettare la dignità e i diritti di chi lavora e le esigenze della clientela.
Credo che voi tutti sappiate che questi diritti e queste esigenze vennero completamente azzerati in occasione della incorporazione della COMIT in INTESA, e pertanto su questo non mi dilungo.
Nei giorni scorsi, il dott. Viani, responsabile della Direzione Retail, ha tenuto tre riunioni di presentazione della nuova struttura: due si sono svolte a Milano (una per i capi mercato e l'altra per i colleghi della Direzione ex-intesa) e una a Torino (per gli ex-sanpaolo).
Anche se per i colleghi ex-intesa sono stati usati accenti un po' diversi (tanto per tenere tutti sulla corda….) il messaggio trasmesso è stato decisamente chiaro: l'auspicio e l'impegno sono perché a tendere (sei mesi, un anno, due anni?) la sede dell'intera Direzione Retail diventi Milano.
Tra le motivazioni addotte, la centralità logistica del capoluogo lombardo che lo rende più adatto per coordinare il presidio della Rete della Banca dei Territori e le diseconomie che deriverebbero da una Direzione divisa a metà.
E LE SOPRESE CONTINUANO…
Il Comitato per il controllo della regolarità formale degli atti nelle procedure selettive di assunzione, composto, all'ex-Sanpaolo, da rappresentanti sindacali eletti direttamente dai lavoratori, è stato disattivato unilateralmente dall'azienda (con la procedura del silenzio-dissenso).
Le selezioni per le assunzioni dei figli dei colleghi prossimi all'esodo, che coinvolgono un elevato numero di giovani, sono state affidate ad una società di consulenza esterna che già lavorava per Banca Intesa.
Mentre in precedenza le selezioni avvenivano con il controllo di un rappresentante dei lavoratori, ora invece non si conoscono neppure le modalità della procedura di selezione.
E i colleghi degli Uffici Assunzioni territoriali e di rete di cosa si occuperanno?